Redazione

Visite a domicilio per Coronavirus: ecco come funzionano

Per offrire un aiuto in più a chi è malato in casa, sono ora attive le unità speciali di continuità assistenziale. Lo ha annunciato l’Ausl attraverso il suo sito web e la notizia è stata ripresa anche dal Sindaco di Piacenza, Patrizia Barbieri. “Sono state attivate le prime unità speciali di continuità assistenziale,” ha scritto. “Si tratta di medici e infermieri, equipaggiati con dispositivi di sicurezza e dotati di un ecografo palmare, che visiteranno a domicilio le persone positive o sospette positive”.

NON ESISTE UN NUMERO VERDE E NON BISOGNA TELEFONARE AL 118. SOLO IL MEDICO DI FAMIGLIA PUÒ CHIEDERE QUESTE VISITE A DOMICILIO.

Sono quindi i medici di famiglia – che conoscendo le condizioni dei loro pazienti e la loro storia clinica – possono decidere di attivare il servizio quando necessario, segnalando i casi di maggior fragilità e criticità all’Ausl.

Come ha spiegato la dott.ssa Anna Maria Andena del dipartimento di Cure Primarie, “questo servizio aiuterà ad intercettare precocemente e il più rapidamente possibile casi che potrebbero evolvere verso situazioni più problematiche o casi di insufficienza respiratoria da coronavirus”. I team saranno composti da un medico di continuità assistenziale e un medico esperto di ecografia toracica.

Queste squadre sono composte anche da medici volontari, come la dott.ssa Giuliana Rapaccioli che avendo chiuso il Poliambulatorio Health per l’emergenza coronavirus, si è messa a disposizione della collettività.

“Il primo team è già attivo e domani potrebbe essere operativo un secondo team,” ha ricordato il primo cittadino su Facebook. “Entro pochi giorni, appena arriveranno gli ecografi palmari, saranno attive 4 squadre che lavoreranno 12 ore al giorno, dalle 8 del mattino alle 8 di sera, sette giorni su sette, per coprire tutto il territorio, città e provincia”.

Si aggiunge all’attività di assistenza domiciliare anche quella svolta dal dott. Luigi Cavanna, che per primo ha sperimentato l’iniziativa con la sua equipe, facendo visite domestiche con ecografia, cominciando da alcuni dei suoi pazienti oncologici per poi occuparsi anche di altre persone, segnalate dai colleghi. “Il Covid-19 è una forma virale disastrosa, che porta molte persone ad arrivare in pronto soccorso con situazioni pregresse di febbre, tosse e altre tipologie di malessere,” ha spiegato l’oncologo. “Prima s’inizia la cura e prima si arresta il processo infiammatorio dei polmoni”.

Coronavirus. Multe più severe, fino a 3.000 euro, per chi trasgredisce

Chi trasgredirà le misure di contenimento rischia una multa fino a 3mila euro. Lo si legge in un nuovo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, che in sintesi prevede:

– multe più salate, da 400 a 3.000 euro in sostituzione dell’ammenda di 206 euro prevista finora per i trasgressori del divieto agli spostamenti;
– non è previsto il fermo amministrativo dei veicoli nel caso di violazione delle regole;
– i presidenti delle Regioni potranno adottare misure ancora più restrittive;
– via libera all’uso di droni per i controlli delle forze dell’ordine.

Aiuti alle imprese. Il sindaco Barbieri: “non arretreremo di un centimetro”

Nella notte di ieri il sindaco di Piacenza, Patrizia Barbieri, ha mandato un messaggio a tutti gli imprenditori, i commercianti, gli artigiani, i liberi professionisti e i lavoratori del territorio, in seguito alle nuove restrizioni previste dal decreto del Governatore Bonaccini. “Questa pandemia sta colpendo duramente le nostre famiglie, la nostra comunità, le nostre attività economiche,” ha scritto Patrizia Barbieri. “Il decreto emanato il 22 marzo dal Presidente del Consiglio e la successiva ordinanza regionale del 24 marzo del Governatore della Regione Emilia-Romagna hanno reso ancora più stringenti le misure che sospendono le attività economiche. Si è chiuso quasi tutto, tranne le attività essenziali e quelle correlate. Il settore farmaceutico e quello alimentare hanno filiere molto complesse. Perché il latte arrivi alle nostre famiglie – per esempio – le mucche vanno munte, servono le bottiglie, i tappi, le etichette, gli imballaggi e i trasporti. Le nuove chiusure e queste ulteriori limitazioni hanno un solo scopo: tutelare la nostra salute. Se anche si salvasse una sola vita in più, ne sarebbe valsa la pena”.

“Siamo consapevoli che per poter vincere più rapidamente questa battaglia contro il coronavirus abbiamo chiesto al nostro tessuto economico un sacrificio enorme,” ha continuato il sindaco di Piacenza. “A fianco dei nostri medici, infermieri, operatori, volontari e con tutti i lavoratori del sistema sanitario di Piacenza stiamo combattendo una battaglia per la salute. Ma parallelamente stiamo lavorando per contrastare le conseguenze di questa sospensione sul piano economico e sociale: nelle nostre zone così duramente colpite, il Governo e l’Unione Europea sono chiamati a sostenere le imprese in modo tempestivo, con politiche di credito che diano respiro alle attività e ai lavoratori. Anche questa è una battaglia importantissima perché è in gioco il futuro nostro e quello dei nostri figli, per cui non arretreremo di un centimetro”.

Il primo cittadino ha rivolto anche un auspicio. “Quando questa emergenza sanitaria finirà, anche grazie al sacrificio che è stato richiesto alla nostra comunità, ci faremo trovare pronti”.

Piacenza. Tutte le nuove limitazioni spiegate in modo semplice

Domande frequenti sulle restrizioni contenute nella nuova ordinanza (Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 48 del 24 marzo 2020) in vigore per la Provincia di Piacenza.

1. L’ordinanza pone limiti specifici agli spostamenti delle persone fisiche?

No, le limitazioni agli spostamenti sono regolate dai Dpcm in vigore. L’ordinanza pone indirettamente restrizioni alla mobilità in ragione delle ulteriori limitazioni alle attività produttive sospese.

2. Le attività produttive sono tutte sospese?

Tutte le attività produttive sono generalmente sospese. Rimangono sempre aperte le attività agricole, agroalimentari e relative filiere, attività di produzione di beni alimentari; le altre attività di produzione di beni e servizi restano aperte solo in presenza di entrambe le seguenti specifiche condizioni:

Accertate esigenze di produzione finale e di spedizione di prodotti giacenti in magazzino
Operatività della produzione esclusivamente attraverso un idoneo protocollo operativo e organizzativo che contenga i requisiti minimi espressi ai  punti 1,2 e 3 dell’ordinanza n. 48/2020

3. Come si attesta la sussistenza delle due condizioni per poter svolgere attività di produzione finale e di spedizione dei prodotti giacenti in magazzino?

La sussistenza delle due condizioni è dimostrata con idonea documentazione che deve essere esibita su richiesta delle forze dell’ordine in caso accertamento.

4. Cosa si intende per “comprovata esigenza di produzione finale e di spedizione di prodotti giacenti in magazzino”?

Si tratta di due concetti distinti che afferiscono al processo produttivo dell’attività di riferimento.

L’esigenza è comprovata attraverso evidenze documentali che dimostrano in maniera oggettiva che l’interruzione del processo produttivo può arrecare un danno grave e irreparabile all’azienda (ad esempio il rischio di deperimento di produzioni già realizzate o di inadempimento contrattuale per mancato rispetto dei termini di consegna o di reale perdita di posizione su mercati internazionali).

5. Come si dimostra l’adozione del protocollo operativo e organizzativo previa redazione di uno specifico documento di valutazione del rischio ai sensi del D.Lgs, n.81/2008?

La dimostrazione è tutta di natura documentale. L’azienda deve, dunque, essere in grado di dimostrare di avere aggiornato il proprio documento di valutazione del rischio prevedendo le misure di prevenzione del contagio con i requisiti minimi contenuti ai punti 1,2 e 3 dell’ordinanza n.48 /2020.

6. Cosa si intende per servizi strumentali all’erogazione dei servizi pubblici e all’attività delle pubbliche amministrazioni?

Sono esentate dalla sospensione tutte quelle attività necessarie per l’erogazione dei servizi pubblici (Es: telefonia fissa e mobile, servizi a rete – acqua, luce, gas -). Sono sempre consentiti servizi e interventi finalizzati alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture funzionali alla produzione ed erogazione finale dei servizi pubblici e allo svolgimento delle attività delle pubbliche amministrazioni.

7. I negozi di telefonia sono in questi giorni oggetto di richieste di aumento di traffico dati da parte di genitori al fine di collegarsi per lezioni didattiche online e per scaricare file per compiti e tesine, da operatori sanitari per far fronte a questa situazione di emergenza, da persone che necessitano di riparare i propri cellulari o tablet in modo da non dover rimanere isolati, senza i quali non possono far funzionare i propri apparecchi elettronici. Possono stare aperti?

Sì. I servizi svolti dai negozi di telefonia come quelli descritti costituiscono attività strumentale all’erogazione dei servizi pubblici come disposto dall’art. 6 dell’ordinanza n.48/2020.

8.  I gestori dei servizi di telefonia e di reti dati possono effettuare lavori di riparazione in caso di guasto o controllo cabine telefoniche?

Sì. Si tratta, infatti, di servizi finalizzati all’erogazione dei servizi pubblici, come tutti quelli relativi ai servizi c.d. di rete (acqua, luce, gas, riscaldamento e teleriscaldamento, reti dati) ovvero di interesse generale che consentono la permanenza della popolazione in casa, non rientrando nella definizione di cantieri sospesi prevista dal punto 6 dell’ordinanza.

9.  Le aziende fornitrici di beni e servizi per operatori internet e di telecomunicazioni rientrano nella deroga di cui all’art.6?

Sì. Tutti i servizi e i lavori finalizzati al mantenimento in efficienza e piena funzionalità della rete telematica (connessioni internet) e di telecomunicazioni (quindi operatori per la telecomunicazione) resi dalle aziende che forniscono beni e servizi a questo tipo di operatori sono servizi pubblici essenziali che, ai sensi del punto 6 dell’ordinanza, non sono sospesi, ma devono comunque essere eseguiti nel rispetto del protocollo sottoscritto il 14 marzo 2020 tra organizzazioni datoriali e sindacali, su invito del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dell’economia, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della salute, tra le parti sociali, in attuazione della misura, contenuta all’articolo 1, comma primo, numero 9), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020.

10.  I gestori dei servizi di rete come distribuzione dell’energia elettrica, del gas e dell’acqua subiscono limitazioni nell’erogazione?

No. I servizi di rete di distribuzione di beni primari come energia elettrica, gas, acqua sono servizi pubblici essenziali e, come tali, ammessi senza dover obbligatoriamente sottostare ai divieti e agli obblighi e alle limitazioni previste dal punto 1 dell’ordinanza n.48/2020, ma devono essere comunque eseguiti nel rispetto del protocollo sottoscritto il 14 marzo 2020 tra organizzazioni datoriali e sindacali, su invito del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dell’economia, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della salute, tra le parti sociali, in attuazione della misura, contenuta all’articolo 1, comma primo, numero 9), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020.

11.  Gli artigiani (fabbri, falegnami, idraulici, elettricisti) possono lavorare?

No. Le attività artigianali sono sospese, ad eccezione di quelle legate alle emergenze. Sono pertanto ammessi i lavori che costituiscono servizi urgenti per le abitazioni – pronto intervento guasti – (idraulici, elettricisti, vetrai, falegnami), i servizi indispensabili per consentire la mobilità mediante uso degli automezzi (meccanici, elettrauto, gommisti) come da punto 6 dell’ordinanza.

12.  Ma tutte le attività produttive che non sono menzionate dall’art.1 sono bloccate?

Sì, sono bloccate. Restano ammesse solo quelle attività produttive che fanno parte della c.d. “filiera dell’emergenza” ovvero che siano finalizzate o strumentali a fronteggiare lo stato di emergenza provocato dall’epidemia del COVID-19 sul territorio provinciale (attività di produzione beni e servizi di ausilio alle azioni di superamento dell’emergenza sanitaria – dalla produzione di dispositivi di protezione individuale alla pulizia e/o sanificazione degli ambienti di lavoro).

13.  È consentita la consegna a domicilio di prodotti alimentari, o di altro genere?

Sì. La vendita di prodotti di qualsiasi genere merceologico è sempre consentita quando è prevista la consegna al domicilio del cliente, sia per quanto riguarda la spesa alimentare e di prodotti agricoli, la consegna di alimenti e bevande (c.d. delivery), la vendita tramite e-commerce, per televisione e per corrispondenza, radio e telefono.

14.  È possibile svolgere attività agricola?

Sì, è consentita, nel rispetto del protocollo sottoscritto il 14 marzo 2020 tra organizzazioni datoriali e sindacali, su invito del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dell’economia, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della salute, tra le parti sociali, in attuazione della misura, contenuta all’articolo 1, comma primo, numero 9), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020.

15.  È ammessa l’attività della pesca?

Si, trattandosi di attività appartenente alla filiera alimentare. L’attività deve essere svolta nel rispetto del protocollo sottoscritto il 14 marzo 2020 tra organizzazioni datoriali e sindacali, su invito del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dell’economia, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della salute, tra le parti sociali, in attuazione della misura, contenuta all’articolo 1, comma primo, numero 9), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020.

16.  Esistono restrizioni per la circolazione delle merci?

No. L’ordinanza non introduce alcuna limitazione alla libera circolazione delle merci.

17.  Sono sospesi tutti i cantieri di lavoro?

Sì. Fanno eccezione i cantieri urgenti necessari per mettere in sicurezza il territorio, quelli relativi a opere pubbliche di somma urgenza e di ripristino di luoghi pubblici (realizzazione e manutenzione di strutture sanitarie e di protezione civile, manutenzione della rete stradale, autostradale, ferroviaria, del trasporto pubblico locale). I cantieri privati aperti debbono essere chiusi con eccezione di quelli la cui sospensione può determinare danni gravi e irreparabili a strutture e a persone. Naturalmente i lavori vanno eseguiti nel rispetto del protocollo sottoscritto il 14 marzo 2020 tra organizzazioni datoriali e sindacali, su invito del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dell’economia, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della salute, tra le parti sociali, in attuazione della misura, contenuta all’articolo 1, comma primo, numero 9), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020.

18.  Posso assicurare alla struttura ricettiva chiusa dall’ordinanza n. 48/2020 i servizi di sorveglianza e manutenzione degli impianti e strumenti necessari al suo funzionamento per evitarne il deperimento?

Sì. La struttura deve rimanere chiusa al pubblico nel senso che non deve produrre e offrire servizi ricettivi alle persone, ma possono essere assicurate esclusivamente le attività funzionali al mantenimento in esercizio degli impianti tecnologici che necessitano di un controllo costante o quanto meno periodico e di una sorveglianza che eviti l’intrusione di persone estranee.

19.  Sono da considerare sospese le attività di ricevimento nei magazzini siti in stabilimenti delle province di Rimini e Piacenza da produttori italiani di prodotti finiti per il loro successivo smistamento presso i clienti che le attendono?

No. Le attività di ricevimento e successiva spedizione di prodotti finiti può continuare nei limiti e alle condizioni previste all’art.1 dell’ordinanza.

20.  È ammessa la vendita e la distribuzione di prodotti tramite canali di vendita on line?

Sì. Il commercio on line non è sospeso.

21.  I residenti nella province di Rimini e Piacenza possono spostarsi in comuni diversi, anche di altre province per lavoro?

Sì. Le limitazioni agli spostamenti sono regolate dai DPCM in vigore. Nello specifico, l’ordinanza n.48/2020 non dispone divieti agli spostamenti di lavoro al di fuori del territorio provinciale.

22. I lavoratori frontalieri residenti a Rimini possono andare a lavorare a San Marino, i lavoratori dipendenti di aziende di Cesena o altre città possono?

Sì. Le limitazioni agli spostamenti sono regolate dai Dpcm in vigore. L’ordinanza non dispone divieti assoluti agli spostamenti al di fuori del territorio provinciale.

23. In quali casi è possibile inviare la comunicazione al prefetto per la continuità dell’attività?

E’ possibile nei casi previsti dal punto 14 dell’ordinanza. Non è possibile nei casi previsti dal DPCM art.1 comma 1 lett. d) e g).

24. Quali sono le attività consentite previa autorizzazione al Prefetto?

Le attività previste ai sensi dell’art. 1 comma 1 lett. h) del DPCM del 22 marzo 2020 (le attività dell’industria dell’aerospazio  e della difesa, nonché’ le altre attività di rilevanza strategica  per l’economia nazionale).

Coronavirus. Pene più severe e multe fino a 2.000 euro per i trasgressori

La gravità dell’emergenza sanitaria in corso sta portando il Governo verso misure più stringenti e pene più severe per i trasgressori. Dall’11 marzo scorso sono state controllate 2.016.318 persone sul territorio nazionale e 92.367  sono state denunciate per inosservanza degli ordini dell’autorità. A questo numero vanno ad aggiungersi 2.155 denunce per false dichiarazioni. Sono stati controllati anche 973.799 esercizi commerciali e 2.277 titolari sono stati denunciati per il mancato rispetto delle restrizioni.

Domani è prevista una riunione del Consiglio dei ministri dove si parlerà anche della possibilità di inasprire le sanzioni per chi viola le norme anti-contagio, introducendo una sanzione amministrativa, non penale, per chi violi le limitazioni agli spostamenti o le altre disposizioni del DPCM. Secondo quanto riportato dalle principali agenzie di stampa, si sta valutando di introdurre una multa che potrebbe essere intorno ai 2000 euro.

Coronavirus. Droni per controllare gli spostamenti come in Cina

L’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, ha dato il via libera, al momento fino al prossimo 2 aprile, all’uso in deroga dei droni per monitorare gli spostamenti dei cittadini sul territorio comunale, come è stato fatto in Cina durante la quarantena. I droni potranno volare nei comuni interessati e la concessione è stata fatta nell’ottica di garantire il contenimento dell’emergenza epidemiologica coronavirus. Saranno le forze di Polizia e le polizie locali a poter utilizzare i droni che sono già attivi in diversi comuni. L’ufficialità è stata data con una nota inviata ai ministeri dell’Interno, dei Trasporti e della Giustizia, allo Stato Maggiore dell’Aeronautica, all’Enav, all’Associazione nazionale dei comuni italiani e ai Comandi delle polizie locali.

Carlo Cracco in campo contro il coronavirus. Cucina per l’ospedale all’ex Fiera di Milano

MILANO – Il 10 marzo scorso Carlo Cracco, lo chef stellato e noto volto televisivo, aveva annunciato la chiusura del suo ristorante. “La priorità nostra e di tutti in questo momento è quella di salvaguardare la nostra salute e quella degli altri. Da oggi il Ristorante Cracco resterà chiuso al pubblico, riapriremo non appena le nuove disposizioni lo consentiranno e l’emergenza sarà rientrata. Rimarremo operativi con il nostro shop online @craccoexpress e lavorerò in questi giorni per mettere a punto il nuovo menu e le nuove proposte per la riapertura. Sono sicuro che se siamo tutti uniti e coesi in questo momento, torneremo più grandi e più forti di prima“.

Oggi Repubblica ha dato notizia di un’iniziativa che riguarda lo chef stellato che si è messo a disposizione con i suoi cuochi per organizzare la mensa di chi lavora nei cantieri per la costruzione dei nuovi reparti di terapia intensiva in Fiera a Milano. Carlo Cracco si è detto disponibile a continuare il servizio anche quando l’ospedale sarà operativo.

Chiusura aziende. Patrizia Barbieri chiede al Premier Conte misure più restrittive

Oggi il Sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri ha parlato con il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, congiuntamente ai sindaci di Bergamo, Giorgio Gori, di Brescia, Emilio Del Bono e di Cremona, Gianluca Galimberti. “Abbiamo analizzato a fondo ogni aspetto della situazione di grave emergenza che stiamo vivendo”, ha spiegato il sindaco. “Abbiamo chiesto ulteriori misure, più restrittive, per fermare questo virus e che i provvedimenti non fossero presi “a macchia di leopardo”, ma in modo omogeneo. Anche il dialogo con il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, è stato costante anche con riferimento alle decisioni assunte nel riminese”.

Il punto focale è capire quali aziende debbano restare aperte. “Mi aspetto che nell’immediato venga definito con chiarezza a livello nazionale quali tipologie di aziende debbano restare aperte per garantire servizi essenziali o per cause di necessità, e quali possano essere chiuse”, ha commentato Patrizia Barbieri. “Vi prego di ascoltarmi bene. Nessuna decisione è facile in queste ore. Stiamo fronteggiando in tutto il Paese un’emergenza sanitaria e stiamo combattendo un virus nuovo, mutevole, che sembra comportarsi in modo diverso nelle diverse regioni del mondo. Non stupitevi se certe decisioni vengono prese dal Governo e dalle Regioni giorno per giorno, perché lo scenario cambia continuamente. Noi Sindaci della Provincia di Piacenza stiamo lavorando senza sosta per indirizzare queste decisioni o per offrire il nostro contributo”.

Coronavirus. I numeri di Piacenza, Cremona e Lodi

Sale a 1.575 il numero dei contagi a Piacenza, con 147 nuovi casi accertati e 27 decessi. La nostra Provincia resta al centro del contagio e i numeri restano paragonabili solo alle aree confinanti rispetto al focolaio originario, Lodi e Cremona. Oggi i positivi a Cremona sono diventati 2.392 mentre a Lodi sono 1.597.

Per comprendere meglio la situazione bisogna guardare il numero delle persone positive al Covid19 rispetto alla popolazione presente in ogni provincia. Analizzando i dati di ieri, infatti, si notano importanti analogie tra Cremona, Lodi e Piacenza.

Coronavirus Piacenza Cremona Lodi

LODI ieri aveva 1.528 positivi, pari allo 0,664% della popolazione

CREMONA ieri aveva 2.286 positivi, pari allo 0,637% della popolazione

PIACENZA ieri aveva 1.428 positivi, pari allo 0,497% della popolazione

Alla situazione delle nostre province si avvicinano solo BERGAMO (con i suoi 4.645 contagi aggiornati a ieri, pari allo 0,417% della popolazione) e BRESCIA (4.247 positivi, pari allo 0,335% della popolazione). Il dato preoccupante è che in queste due province lombarde il contagio si sta diffondendo molto più rapidamente, con una curva esponenziale.

Piacenza piange più morti di Inghilterra e Germania insieme

PIACENZA – Al drammatico bilancio di ieri si aggiungono, se i dati saranno confermati, altri 26 morti per un totale che supera nel solo territorio di Piacenza i 250 decessi. Un dato che fa impressione se pensiamo che in tutta la Germania si registrano 44 decessi e nel Regno unito 144. Le vittime del coronavirus nel mondo sono più di 10.000 e i numeri del contagio continuano a salire, in attesa di una cura efficace e di un vaccino.

“Le nostre decisioni vengono sempre prese sentiti gli esperti, gli scienziati e i ricercatori”, ha ricordato il Sindaco patrizia Barbieri. “Un grande contributo alla riflessione è venuto, oggi, anche dal confronto con il Presidente dell’Ordine dei medici, il Dott. Augusto Pagani, che insieme a tutti i suoi colleghi è in prima linea nella battaglia contro il virus. L’esperienza sul campo dei sanitari e degli operatori risulta fondamentale nell’individuare le nuove soluzioni che via via l’emergenza impone.

Ognuno deve fare la propria parte: bisogna restare a casa, se non strettamente necessario. Ringrazio tutti per il sacrificio che state facendo, anche chi sta lavorando per tenere attivi i servizi essenziali. So che è dura. So che avete paura. Dovremo resistere ancora per un tempo che non potrà essere breve, ma quello che stiamo facendo è indispensabile per la nostra salute. E’ indispensabile per la vita”.