25 aprile. Il messaggio del Prefetto di Piacenza, Maurizio Falco

La ricorrenza del 25 Aprile, lo diremo in tanti, assume oggi un significato davvero foriero di nuove suggestioni.

L’esercizio del coraggio nel dolore ci ha sicuramente rafforzato come cittadini e come comunità, ci ha reso allo stesso tempo più consapevoli della nostra vulnerabilità e della nostra forza, ricordandoci che l’unica formula efficace nelle situazioni di emergenza è la unità nella solidarietà.

Oggi come allora, tutto quello che abbiamo vissuto comporterà approfondite riflessioni: che saranno utili soprattutto se rivolte all’individuazione di nuove soluzioni, organizzative e sociali.

Non certo se si limiteranno alla ricerca di colpevoli o al consolidamento di visioni conflittuali e di contrapposizioni.

Divisioni davvero improduttive in vista di quel rilancio che tutti vogliamo consolidare, prendendo atto delle opportunità ma anche dei pericoli di una Società globale ed interdipendente: che sviluppa con sé, contemporaneamente, i codici del rischio e dell’opportunità.

È dunque giusto non dimenticare il sacrificio dei nostri anziani che allora hanno combattuto contro un nemico che era chiaro e palesemente liberticida, esaltandone quel sacrificio che ha poi regalato, tra mille difficoltà, 75 anni di travagliata ma indiscussa pace per il nostro continente.

Tanti di loro, sopravvissuti, hanno conosciuto in questi giorni una tragica fine per questa nuova sciagura.

Ma il ricordo di quella Liberazione, per essere perenne, deve poter evidenziare il riscatto di tutti, tra cui i vecchi nemici diventati oggi alleati e possibili co-artefici della nostra nuova rinascita.

La crescita etica di una Società che vuole dirsi civile e democratica non ha altra direzione se non quella di condividere equamente i costi di una “guerra” drammatica, e programmare il rilancio di un rinnovato benessere in maniera giusta e diffusa per tutti.

In questo clima di progressiva Liberazione da un male oscuro e globale, che ha martoriato la nostra terra in particolare, le sensazioni sono certamente paragonabili al dopoguerra della Liberazione che da sempre il 25 aprile intende celebrare.

Per questo, il sentimento che mi ha costantemente accompagnato, come uomo e da rappresentante del Governo, è quello del commosso ringraziamento, per il tramite del Sindaco e Presidente della Provincia Patrizia Barbieri, a tutte quelle persone straordinarie che, oggi come allora, hanno lasciato testimonianza del loro valore arrivando sino all’estremo sacrificio.

La Comunità piacentina ha dato ancora una volta prova di coraggio, vitalità e di iniziativa, nel solco della sua migliore tradizione.

Nessuno vince da solo ma, se tutti i livelli della Governance, Centrali e territoriali, si mettono in sintonia, la macchina complessa dello Stato fronteggia ogni avversità.

Non potremo mai dirci completamente liberati e felici:
perché abbiamo già purtroppo registrato un prezzo in termini di vite umane elevatissimo;
e perché ancora alta deve essere l’attenzione nel disciplinare i nostri stili di vita, sino alla individuazione di misure medico scientifiche definitivamente risolutive;

Ci rimarrà per sempre l’orgoglio di essere stati accanto ed insieme ai medici, agli operatori sanitari degli ospedali di tutto il territorio piacentino, agli operatori di tutte le Forze di Polizia, ai militari, ai Vigili del Fuoco, alle infaticabili realtà pubbliche e private del volontariato, sapendo di aver dato tutto per questa splendida Comunità.

Mi ripropongo, insieme a tutti i Sindaci, di ritrovarci, in occasioni più serene, per raccogliere il riconoscimento commosso dei tanti che avete contribuito a restituire ad una vita serena, normale, e che vorrebbero farlo oggi ma non possono.

Grazie ancora a tutti e come sempre, VIVA L‘ ITALIA.

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