Operazione “Grimilde”. Tra gli arrestati il presidente del consiglio comunale Caruso. Le accuse

Piacenza. Sedici arresti: è questo il bilancio dell’operazione denominata “Grimilde”, eseguita dalla polizia dopo una lunga indagine durata circa 4 anni nel corso della mattinata di martedì 25 giugno, in contrasto alla ‘ndrangheta. Gli arresti sarebbero avvenuti nelle province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza, e le cosche colpite sarebbero legate ai Grande Aracri di Cutro. Tra gli arrestati vi sarebbero anche il presidente del consiglio comunale di Piacenza, Giuseppe Caruso, e suo fratello Albino. Tra le accuse per Caruso, oltre a quella di associazione mafiosa, anche quelle di truffa aggravata, corruzione, ed estorsione in concorso: reati che risalirebbero al periodo precedente alla sua elezione a Palazzo Mercanti con Fratelli d’Italia, ed alla nomina a presidente del consiglio comunale, che risale al luglio del 2017.

Secondo quanto fino ad ora diffuso, Caruso sarebbe stato descritto come “in costante sinergia con i vertici del sodalizio”; sarebbe inoltre coinvolto in una truffa perpetrata ai danni dell’Unione Europea, in modo da far giungere un finanziamento da sei milioni di euro ad una ditta agricola del mantovano. Avrebbe preso parte “alle riunioni tra gli esponenti della consorteria in occasione delle quali venivano pianificate le condotte criminose della cosca e prese le decisioni fondamentali per il mantenimento ed il rafforzamento della stessa”, e supportato la cosca in qualità di funzionario dell’agenzia delle Dogane.

Giuseppe Caruso è stato condotto al carcere delle Novate.

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