“Non si segnalano al momento effetti significativi sulla qualità dell’aria nel Piacentino a seguito dell’incendio della raffineria Eni di Sannazzaro (Pavia)”. È quanto diffuso dall’Arpae Emilia-Romagna in seguito alle analisi successive all’esplosione della raffineria Eni di Sannazzaro de’ Burgondi (Pavia) nel pomeriggio di giovedì 1 dicembre. Più precisamente, secondo le misurazioni, “l’unico inquinante che ha avuto un incremento è stato il biossido di azoto (NO2), e nella sola stazione di Piacenza Giordani-Farnese, presso la quale alle ore 23 dell’1 dicembre è stato registrato un valore massimo di 223 µ/m3”.
“Il valore, allo stato attuale, non è possibile correlarlo all´incendio che ha interessato la raffineria di Sannazzaro, tenendo conto anche dei valori massimi giornalieri di NO2 e i valori medi giornalieri di PM10 registrati nelle altre stazioni della Rete regionale della Qualità dell’aria, che hanno mostrato comunque una tendenza a un progressivo aumento a partire dal 29 novembre scorso, incremento che rientra nella normale variabilità dovuta alle condizioni meteorologiche”. Arpae prosegue affermando che “nel corso dell´incendio, i venti hanno soffiato prevalentemente verso est, indirizzando i fumi nella direzione dell´asta del Po. Nella notte trascorsa, in tutta la Pianura Padana è stata presente una forte inversione termica, che ha limitato la dispersione dei fumi lungo la verticale”. Continua il monitoraggio della situazione in tutte le zone interessate.