Scandalo Volkswagen. Crolla il falso mito dell’efficienza (e onestà) tedesca

Aerei pericolosi, carni cancerogene, evasione fiscale più alta d’Europa. Spocchia teutonica addio?

Dopo le ammissioni del gruppo Volkswagen in merito alla manipolazione dei valori dei gas di scarico di undici milioni di automobili, il falso mito dell’efficienza tedesca subisce un ennesimo duro colpo. Sicuramente Germania ed Europa faranno di tutto per salvare la casa automobilistica che rischia una class action di dimensioni bibliche (si parla di miliardi di euro), ma su questi temi gli Stati Uniti non scherzano. Il ministero della giustizia USA ha aperto un’indagine per accertare che Volkswagen non abbia compiuto atti “criminali”, ma anche il Congresso ha aperto una commissione d’inchiesta: “il popolo americano merita risposte e la certezza che fatti come questo non accadranno di nuovo”, hanno dichiarato i politici americani.
Fino a ieri Volkswagen era sinonimo di “alta qualità teutonica”. Il sistema del “Made in Germany” ha costruito negli anni un mito sul concetto di efficienza ed onestà. Oggi il danno d’immagine è colossale e non riguarda solo il gruppo Volkswagen, ma tutto il sistema delle esportazioni tedesche.

Lo scandalo Volkswagen, in ogni caso, è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi che – negli anni appena trascorsi – avrebbero dovuto rispedire al mittente un po’ della spocchia a cui siamo stati abituati noi italianen.

Parlando di lavoro nero ed evasione fiscale, per esempio, uno studio della società di consulenze At Kearney ha rivelato i valori dell’economia sommersa in Europa, dimostrando che la Germania è il Paese con la situazione peggiore. Il sommerso, in Germania, vale 351 miliardi di euro, 20 miliardi in più rispetto alla famigerata Italia.

E che dire del disastro che ha travolto la compagnia Germanwings, dopo che è stata dimostrata l’inefficienza nei controlli che hanno preceduto lo schianto del volo 9525? E dei tentativi da parte della stessa azienda di insabbiare e nascondere le vere responsabilità?

E ancora, in campo alimentare, qualcuno ricorda lo scandalo del Nitrofen (l’erbicida vietato dall’Unione Europea perché cancerogeno) trovato dei mangimi dei polli che venivano allevato in Germania? E qualche anno dopo le migliaia di allevamenti contaminati dalla diossina, che hanno distribuito per anni carni pericolose in tutto il continente?

Persino la stampa tedesca è stata costretta a rinunciare alla “spocchia” a cui ci ha abituato, se non altro nel raccontare dei propri panni sporchi.

Sul “Der Tagesspiegel” il giornalista Christoph von Marschall scrive: “Scandalo è una parola troppo debole per descrivere quello che è successo alla Volkswagen e quello che significa per l’automobile tedesca, la sua immagine nel mondo, le sue prospettive di successo e, più in generale, per la fama dell’ingegneria tedesca. Questa truffa danneggia il marchio Germania”.

I danni sono immensi anche secondo Stefan Sauer del “Frankfurter Rundschau”, “soprattutto quelli provocati alla salute attraverso le polveri sottili e i gas velenosi. Nelle città tedesche i valori di soglia di questi elementi sono regolarmente superati e in tutto questo i motori diesel hanno la loro parte. Secondo il Max-Planck-Institut, ogni anno in Germania le polveri sottili provocano la morte di 35mila persone. Un’impresa che per vendere di più manipola i valori di queste sostanze si comporta in modo criminale”.

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