Grazie e-QBO. Piacenza come spesso accade si dimostra una città ingrata

Prendo spunto da uno scritto di Giorgio Lambri per commentare il caso delle ”macchie nere”

Giorgio Lambri è un giornalista che stimo e che leggo con grande attenzione. Le sue riflessioni, in particolare sui social media, non mi lasciano mai indifferente. E così è stato anche per il suo post dal titolo “non capisco un Cubo?”. La questione è semplice: dopo alcuni mesi, “e-QBO” (il progetto tecnologico di Romolo Stanco che è stato installato durante i Venerdì Piacentini 2014) è stato rimosso da Piazza Cavalli. Nelle vicinanze dell’installazione sono state scoperte alcune macchie scure. Libertà ha pubblicato un articolone dal titolo “E dopo il cubo il triangolo (d’unto)” e da li è scoppiata la polemica. Sono partito da Giorgio Lambri perché su Facebook ha scritto: “siamo sempre lì… a doverci chiedere se, nel nome di un’auspicabile (e in parte positivamente realizzata) rivitalizzazione del nostro centro storico, sia lecito mancare sistematicamente di rispetto al monumento che è di fatto l’emblema di Piacenza”.
In qualità di organizzatore dei Venerdì Piacentini mi sento un po’ tirato in causa. La sua è una domanda facile alla quale non si può dare una risposta altrettanto facile. In tutte le piazze del mondo che possono essere definite “vive”, l’elemento cardine di questa vitalità è dato dalla presenza di esseri umani. I monumenti, anche se preziosi e da difendere con le unghie e con i denti, da soli non bastano a rendere viva una piazza. Il cuore della comunità deve pulsare.

Vi faccio una domanda provocatoria. Se la scelta spettasse a voi, salvereste dalla distruzione una classe di bambini o il Colosseo? L’Anfiteatro Flavio è uno dei monumenti più significativi del mondo, rappresenta il nostro Paese, la nostra storia. La vita di 20 bambini vale di più o di meno? E’ una domanda sciocca, fatta solo per provocarvi. E per farvi pensare.

Ho assistito a tutte le fasi di montaggio dell’e-QBO e posso affermare con certezza che al suo interno non esisteva nulla di meccanico o idraulico che possa essere responsabile di “macchie d’unto”. Sono corso a vedere il luogo del delitto e – a meno che Grissom non la pensi diversamente – non è detto che si tratti davvero di unto. Potrebbe trattarsi di un accumulo di acqua sporca. Mi dispiace che una polemica come questa possa colpire chi, come Romolo Stanco e il suo gruppo, ha offerto alla città qualcosa di interessante da vedere, vivere, commentare.

Alla domanda originale di Lambri non so dare una risposta. Credo che si debba lavorare per rivitalizzare il centro, nel pieno rispetto dei monumenti e dei valori architettonici della nostra città. Occorre usare tutte le precauzioni e fare in modo che non accadano incidenti e che il nostro patrimonio culturale sia protetto e tutelato.
Giorgio Lambri scrive ancora: “se la maggior parte dei piacentini preferisce una piazza Cavalli ben poco storica e monumentale, brutta, sporca, disordinata… purché affollata… beh, in questo caso, come diceva un celebre comico di “scuola arboriana” io non capisco ma mi adeguo…”.
Non credo sia questo il punto.

Un installazione come e-QBO è stata pensata e collocata con grande rispetto. L’ho vista posare su supporti e travature in legno lamellare, per proteggere le pietre. Sono stati collocati tappeti in modo da non poggiare nemmeno le sedie sulla piazza. Romolo Stanco e i suoi collaboratori non meritavano, a mio modesto avviso, questa polemica. Siamo una città ingrata.

Stiamo parlando di Piazza Cavalli, l’unica agorà del mondo senza bar, tavolini, gente che s’incontra e vive. Il simbolo della nostra città, Palazzo Gotico, è un pisciatoio pubblico e i suoi portici sono lasciati in balia di branchi di giovani maleducati. Questo è il vero problema, non e-QBO. Non i Venerdì Piacentini (alle 5 del mattino del sabato la città brilla come uno specchio, perché si lavora tutta notte per ripulirla a fondo). Non i momenti in cui la folla si gode un raro momento di festa.

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