Piacenza. Questionario sull’omosessualità a scuola. Scatta la polemica

Il questionario è stato distribuito nelle scuole medie superiori della città

Piacenza. È subito polemica sul questionario riguardante l’orientamento sessuale diffuso negli ultimi giorni nelle scuole superiori della città (visibile nella Gallery in fondo all’articolo). Tra le domande, oltre al classico “come reagiresti se un amico ti dicesse di essere omosessuale”, anche temi più forti, e, per alcuni, offensivi: “l’omosessualità è per te malattia, peccato, perversione, relazione affettiva, modo di essere, contronatura?”, “Secondo te un ragazzo gay vorrebbe essere nato femmina e una ragazza lesbica vorrebbe essere nata maschio?”, e “Nella tua scuola quante volte senti parole per indicare gli omosessuali come finocchio, frocio, lesbicona, dette in modo offensivo?”. Domande che ad alcuni non sono piaciute per il contenuto vago, ad altri per il linguaggio forte, e che il consigliere del Pdl Giovanni Botti ha definito un questionario “ambiguo, ideologico e fazioso”.
Il questionario, secondo Botti, “pone delle domande che devono ricevere risposta spontanea ma senza adeguata preparazione da parte dei professori che permetta di affrontare il tema in maniera seria. Spero davvero che i presidi non consegnino il questionario e si affidino a dinamiche più complesse, mediche, sociologiche ed educative”. Parole a cui l’assessore Giulia Piroli (responsabile scuola e pari opportunità) ha dato la sua risposta: per lei, infatti, il questionario è “utile per poter indirizzare delle politiche a favore degli omosessuali”, e quindi sarebbe da esso a dover partire un’adeguata preparazione dei professori, per poter affrontare il tema in maniera appropriata.

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