Crisi. Nel 2013 chiuse 111.000 aziende. Una vera ecatombe

Fallimenti, procedure non fallimentari e liquidazioni volontarie hanno superato ogni record

Una recente indagine del Cerved ha portato alla luce dati allarmanti sul 2013. La crisi economica ha spazzato via 111.000 aziende, il 7,3% in più rispetto al già disastroso 2012. Fallimenti, procedure non fallimentari e liquidazioni volontarie hanno superato ogni record, cancellando una importante fetta del tessuto economico e produttivo del Bel Paese. I fallimenti nell’ultimo trimestre del 2013 sono aumentati ancora in modo allarmante, con una crescita a due cifre, portando il totale dell’anno oltre quota 14.200 (+12%). E’ una vera ecatombe. Si tratta di 54 aziende chiuse ogni giorno, circa 2 fallimenti all’ora.
Il primo commento sull’indagine è arrivato da Marco Preti, Amministratore delegato dell’azienda Cribis D&S (società del gruppo bolognese Crif specializzata nella business information): “Nonostante alcuni timidi segnali di miglioramento negli indicatori dell’economia italiana, il conto dei fallimenti mostra una situazione ancora molto preoccupante e il picco del quarto trimestre 2013, dopo cinque anni caratterizzati da un trend in costante peggioramento, lancia un allarme sulle capacità di resistenza del nostro tessuto produttivo. Quando un’azienda non riesce più a rispettare i propri impegni di pagamento si incammina inevitabilmente verso la chiusura volontaria o il fallimento”.

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