Nelle parole di Papa Francesco i migliori auguri di Buon Natale

”Il Signore ci ripete: ‘Non temete’. E anch’io vi ripeto: ‘Non temete!’. Il nostro Padre è paziente, ci ama”

Ogni anno osservo con profondo dispiacere che l’augurio “Buon Natale” sta scomparendo. Questa festa religiosa carica di emozioni e di sentimenti è un’occasione planetaria per fare soldi e nel tempo si sta trasformando in qualcosa di diverso, che ben è rappresentato dal banale e tristissimo “Buone Feste”. Babbo Natale prende il posto di Gesù Bambino, le renne sostituiscono il bue e l’asinello, e la profezia di Isaia diventa uno scomodo messaggio da nascondere sotto il tappeto. Chissà mai che qualche ebreo o musulmano si offenda e non spenda più i suoi soldi per alimentare il meccanismo commerciale di queste “Buone Feste”. Per fortuna che Papa Francesco, con il suo carisma e le parole pronunciante nella sua omelia di ieri nella Basilica Vaticana, è riuscito a scardinare il meccanismo delle “Buone Feste” e a far trionfare ancora una volta il “Buon Natale”.
“Questa profezia di Isaia non finisce mai di commuoverci,” ha spiegato Papa Francesco ai fedeli, “specialmente quando la ascoltiamo nella Liturgia della Notte di Natale. E non è solo un fatto emotivo, sentimentale; ci commuove perché dice la realtà profonda di ciò che siamo: siamo popolo in cammino, e intorno a noi – e anche dentro di noi – ci sono tenebre e luce. Anche nella nostra storia personale si alternano momenti luminosi e oscuri, luci e ombre. Se amiamo Dio e i fratelli, camminiamo nella luce, ma se il nostro cuore si chiude, se prevalgono in noi l’orgoglio, la menzogna, la ricerca del proprio interesse, allora scendono le tenebre dentro di noi e intorno a noi”.

Il messaggio del Papa è carico di amore e di luce. “Chi odia suo fratello – scrive l’apostolo Giovanni – è nelle tenebre. Cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi. E in questa notte, mentre lo spirito delle tenebre avvolge il mondo, si rinnova l’avvenimento che sempre ci stupisce e ci sorprende: il popolo in cammino vede una grande luce. Una luce che ci fa riflettere su questo mistero: mistero del camminare e del vedere”.

Non manca un messaggio per gli ultimi, gli emarginati, quelli che secondo il Vangelo hanno potuto riconoscere per primi l’avvento di Cristo. “I pastori sono stati i primi a vedere Gesù perché erano tra gli ultimi, gli emarginati,” ha spiegato il Santo Padre. “E sono stati i primi perché vegliavano nella notte, facendo la guardia al loro gregge”.

Le parole di Papa Francesco sono cariche di gioia. Il senso profondo del Natale diventa chiaro quando si condivide la “gioia del Vangelo”. In Gesù, ha spiegato Jorge Mario Bergoglio “è apparsa la grazia, la misericordia e la tenerezza del Padre. In questa Notte condividiamo la gioia del Vangelo: Dio ci ama, ci ama tanto che ha donato il suo Figlio come nostro fratello, come luce nelle nostre tenebre. Il Signore ci ripete: ‘Non temete’. E anch’io vi ripeto: ‘Non temete!’. Il nostro Padre è paziente, ci ama, ci dona Gesù per guidarci nel cammino verso la terra promessa. Egli è la luce che rischiara le tenebre. Il Nostro Padre perdona sempre. Egli è la nostra pace. Amen”.

Buon Natale a tutti.

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