Egitto. Stragi nelle piazze: inizia lo stato di emergenza

Ad alcuni giorni dallo scadere dell’ultimatum, l’esercito ha aperto il fuoco

Ha avuto inizio la strage come si temeva ormai da giorni in Egitto, dove i Fratelli Musulmani occupavano le piazze nonostante i reiterati ordini di interrompere le manifestazioni: l’esercito ha aperto il fuoco contro i manifestanti, anche se le voci sono contrastanti. Sono 278 i morti dichiarati dal governo, tra cui 43 poliziotti: i fratelli musulmani ne denunciano più di duemila, dato al momento non verificabile. Sono rimasti uccisi anche un cameramen di SkyTV (Dick Deane, di 61 anni) ed una giovane reporter di Xpress (Habiba Ahmed Abd Elaziz, 26enne). Il consiglio dei ministri ha imposto il coprifuoco fino alle sei del mattino in undici stati egiziani: non è chiaro al momento quanto durerà questa misura.
Al Arabiya riporta, su twitter, che sono stati trovati 28 cadaveri con evidenti segni di torture a Rabaa al-Adawya, la piazza simbolo delle manifestazioni pro-Morsi al Cairo, sgomberata con la forza. El Baradei, il vice presidente ad interim, si è dimesso dopo l’inizio delle violenze: in una lettera lascia scritto che per lui è “diventato difficile di proseguire ad assumere la responsabilità di decisioni con le quali non sono d’accordo”.

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