Benedetto XVI: ieri mattina l’ultimo Angelus. In 200 mila ad ascoltarlo

”Non abbandono la Chiesa”. Prove tecniche per il nuovo metodo di elezione del nuovo Pontefice voluto da Ratzinger, il ”Motu Proprio”

E’ stato l’ultimo Angelus di Joseph Ratzinger in qualità di Pontefice. Come si era pronosticato, le persone accorse per assistere all’ultimo Angelus del primo Papa abdicante da 600 anni a questa parte erano tantissime: 200 mila secondo gli organi di informazione vaticani. A Benedetto XVI è stato manifestato un grande affetto da tutti i presenti, al punto da venir interrotto due volte dagli applausi scroscianti e dalle grida di giubilo dei fedeli.
“La preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni” ma “l’orazione riconduce al cammino, all’azione” sono state le parole di Ratzinger, che ha poi chiuso il suo intervento dicendo: “Quando Pietro salì sul monte Tabor a pregare e voleva restarci, pregando fu ricondotto “al cammino, all’azione”; in questo momento della mia vita il Signore mi chiama a ‘salire sul monte’, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede proprio questo è perchè possa continuare a servirla con la stessa dedizione e e lo stesso amore con cui l’ho fatto finora, ma in un modo più adatto alle mie forze”.
Agli inizi di marzo si aprirà il nuovo conclave per l’elezione del nuovo Papa. Proprio Benedetto XVI ha disposto il nuovo metodo di elezione del “Vescovo di Roma” con il “Motu Proprio”, un documento redatto a Giugno del 2007 in cui si dichiara che il Papa dovrà essere scelto con una maggioranza di voti pari ai 2/3 dei votanti per tutti gli scrutini e che a partire dal 34º scrutinio (o 35° se si era votato anche il giorno di apertura del Conclave) si procederà al ballottaggio, ma sempre con maggioranza di almeno i 2/3 dei votanti, tra i due cardinali più votati all’ultimo scrutinio; questi però perdono entrambi il diritto di voto.

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