Studentessa tibetana di 17 anni si immola contro l’occupazione cinese del Tibet

Sono 81 le immolazioni dal primo gennaio del 2012 e 95 dal febbraio 2009

Una diciassettenne tibetana si e’ immolata a Dokarmo, nell’area di Tsekhig (Zeku in cinese) nella contea di Malho (Prefettura autonoma tibetana nella provincia cinese occidentale del Qinghai). Continua a lievitare il numero di persone che sacrificano se stesse alla causa della lotta contro l’occupazione del Tibet e l’esilio del Dalai Lama, operazioni pilotate dal governo comunista cinese. Dall’inizio dell’anno sono stati 81 i patrioti tibetani che hanno fatto uso di questa forma di protesta; salgono a 95 se si tiene in considerazione, come data di inizio delle manifestazioni, il febbraio 2009.
Bhenchen Kyi, la studentessa, secondo quanto riferiscono fonti della dissidenza tibetana in India, si e’ data fuoco intorno alle 20 di ieri sera, urlando slogan contro l’occupazione cinese del Tibet e chiedendo il ritorno del Dalai Lama. La ragazza e’ morta poco dopo a causa delle ustioni riportate. Circa duemila tibetani si sono raccolti nella zona dell’auto-immolazione per impedire alle autorita’ cinesi di prendere il corpo della ragazza, che e’ stato poi cremato nella notte. Proprio per evitare che il governo cinese prendesse possesso dei suoi resti, la giovane si sarebbe data fuoco in una zona ad alta concentrazione di gruppi nomadi, lontana dalle città, dove il potere delle forze di polizia ha meno presa sulla popolazione.

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