James Naismith: il taglialegna che inventò il basketball

L’origine dello sport fra ”giochi da bambini” e divinità sanguinarie

Alla fine di questo articolo troverete il nome del primo realizzatore di un canestro nella storia di questo sport. La notizia non farà di voi delle persone migliori o meno inclini alla prevaricazione, ma la trovo una curiosità interessante. James Naismith nasce nella regione dei Grandi Laghi, in una piccola città a 65 km da Ottawa, in Canada. Primogenito di una famiglia di scozzesi emigranti, in fuga dalle difficoltà economiche e sociali del Vecchio Continente, all’età di nove anni perde entrambi i genitori a causa di una febbre tifoide. Andò a vivere con uno zio paterno in una fattoria di cui il parente era proprietario. Dopo un solo anno di High School abbandonò gli studi e decise di guadagnarsi da vivere come taglialegna, lavoro con cui si mantenne autonomamente per 5 anni.
Deciso il ritorno a scuola, si iscrisse all’Università di Montrèal con l’intenzione di diventare un ministro di culto presbiteriano. Il nuovo ambiente educativo fu un grande stimolo per James, che comincia a farsi chiamare Jim fra un’ora di lezione e l’altra. Ma ciò che più lo influenzò in questi anni fu il contatto con l’attività fisica: iniziò a frequentare la palestra dell’università, cominciò ad esercitarsi in ginnastica e a praticare diversi sport di squadra, fra tutti il football e il lacrosse. Nel 1890, dopo aver ottenuto il baccalaureato in filosofia ed essersi iscritto al Presbyterian College di Montréal, decide di rinunciare agli studi proprio ad un passo dal prendere gli ordini e di andare ad insegnare educazione fisica nel Young Men’s Christian Association (Ymca) in Massachussets.
Fu proprio in questo istituto che, su ordine del responsabile del corso di educazione fisica, James Naismith si mise a pensare ad un’attività fisica che potesse distrarre e divertire gli studenti durante le lezioni invernali di ginnastica, che si tenevano al coperto a causa del rigido inverno. E quando si inventa qualcosa di nuovo, il ricorso mentale a qualcosa di già noto è la prima regola. Da bambino, si ricordò, aveva giocato ad un gioco dal nome molto divertente: Duck on a Rock (anatra su una roccia). Scopo del gioco era colpire una pietra, nominata Duck, su una grossa roccia o sul ramo di un albero con dei sassi più piccoli, per farla cadere dal supporto su cui era posizionata. James ricordò che il fattore cruciale che assicurava la vittoria ai giocatori più bravi era il tiro a parabola: il sasso, cadendo dall’alto, riusciva a colpire e a spostare maggiormente la pietra rispetto ai tiri diretti. La parte del lancio della palla era stata inventata. Mancava la parte del “dove faccio cadere la palla lanciata”? La risposta stava nel Tlachtli. Il Tlachtli era uno sport praticato dalle popolazioni dell’America Centrale; le prime informazioni su questa disciplina risalgono direttamente a Hernan Cortez. Il gioco prevedeva che due squadre rivali si affrontassero su un terreno di forma rettangolare. Scopo del gioco era che i componenti di una stessa squadra si passassero la palla (di materiale elastico e di due chilogrammi di peso, cosa che facilitava escoriazioni,contusioni e a volte anche mutilazioni) senza mai farla cadere a terra usando soltanto cosce, spalle, il bacino e la testa. Al centro del campo di gioco vi era poi un cerchio di pietra sopraelevato: se una delle due squadre fosse riuscita a far passare la pesante palla in mezzo al cerchio, avrebbe automaticamente vinto la partita. Il gioco era così legato alle divinità pre-colombiane che la squadra sconfitta nel modo appena descritto, sarebbe stata sacrificata al Dio Xoloti per placarne la collera.
James Naismith dopo due settimane formulò i cinque principi da cui sarebbe dovuto nascere il nuovo sport: il gioco è praticato con un pallone rotondo, che può essere toccato esclusivamente con le mani; non è permesso camminare con il pallone fra le mani; i giocatori possono posizionarsi in qualsiasi posizione essi preferiscano, nel corso del gioco; non è consentito alcun contatto fisico tra i giocatori; il goal è posizionato orizzontalmente, in alto.
Sulla base di queste cinque regole, il 21 dicembre 1891, mise in campo i diciotto alunni della sua classe nella prima partita della storia del basket: due squadre di ragazzi formate da nove giocatori ciascuna si misurarono per un’ora col nuovo sport. Il risultato del match fu 1 a 0. L’autore della primo canestro della storia? William R. Chase.

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