Lo studente bocciato e la più grande rivoluzione del XIX secolo

Oppio, Colonialismo e Rivoluzioni: qualcosa di familiare

Questa è una storia della Storia. E’ uno di quei racconti che incontri per caso, ed è uno di quei racconti che, una volta letti, ti fano alzare la testa dal libro e fissare un punto indefinito davanti a te, per alcuni minuti. Accorcerò la narrazione ed eliminirò qualsiasi intento didascalico.
La Cina è sempre stato l’Impero più antico ed esteso della Storia. Ha reso efficiente la sua burocrazia per controllare una popolazione di 400 milioni di persone già ad inizio Ottocento. C’è un solo modo per far parte dell’apparato burocratico dell’Impero Cinese, passare dei difficilissimi concorsi statali che ogni anno decimano gli aspiranti al ruolo di funzionario. Se nel Vecchio Continente si faceva carriera grazie alle conoscenze già molti secoli fa, la Cina si è sempre distinta per l’efficacia dei metodi con cui sceglieva le persone della classe amministrativa.
E’ qui che entra nella Storia il nostro protagonista, Hong Xiuquan, figlio di una famiglia povera della provincia cinese. La famiglia riesce a fatica a far studiare il ragazzo, che si dimostra molto portato per lo studio, e, quando le risorse economiche diventano davvero flebili, Hong comincia a guadagnarsi da vivere come tutore presso i bambini del suo villaggio. Hong sbaglia solo una cosa nella sua gioventù: a 22 anni non supera il concorso per l’ammissione tra le file della burocrazia.
La crisi esistenziale è fortissima, tanto da ammantarsi di una sfumatura spirituale. Hong si avvicina al Cristianesimo, dal Cinquecento sempre più presente nelle regioni asiatiche, e se ne ritrova talmente influenzato da autonominarsi fratello di Gesù Cristo e cominciare una predicazione spontanea fondata sull’egualitarismo, sul monoteismo e sulla volontà di riportare la Cina ai suoi splendori.
La Cina in quegli anni usciva dalla più grande disfatta della sua storia. L’Impero Britannico l’aveva sconfitta in quella che è conosciuta come la “Prima Guerra dell’Oppio”: gli Inglesi, coltivando il papavero in India da cui estraevano l’oppio, rivendevano la droga sul mercato cinese passando attraverso l’unico porto orientale aperto ai mercanti europei, Canton. La volontà dell’Impero Cinese di affondare un così dannoso mercato tra i suoi confini non piacque ai soldati di sua maestà che dichiararono guerra al Celeste Impero, sconfiggendolo e imponendogli gravi sanzioni, fra cui le spese di guerra, l’apertura di altri 5 porti commerciali e il totale controllo dell’Isola di Hong Kong (restituita ai suoi legittimi proprietari solo nel 1997).
Torniamo a Hong Xiuquan. Nel 1851, con ormai migliaia di seguaci al suo seguito, gli “Adoratori di Dio” (la setta fondata da Hong), proclamò un proprio stato indipendente, il Regno Celeste della Grande Pace (Taiping tianguo), con capitale nell’antica città imperiale di Nanchino. Le riforme portate da Hong avevano dell’incredibile per l’epoca: abolì la proprietà privata; attuò una riforma agraria che prevedeva una ripartizione delle terre per nucleo familiare e teneva conto del numero dei membri componenti, incluse anche le donne; instauraò un sistema di vita comune e di comunione di tutti beni; promosse l’istruzione pubblica.
La nostra storia della Storia finisce male, però. Le dimensioni del nuovo stato erano troppo imponenti per considerarlo solo un “piccolo problema asiatico”. Durante la “Seconda Guerra dell’Oppio”, gli interessi economici della Gran Bretagna e della Francia, aggiuntasi nel territorio asiatico per cominciare un suo colonialismo in zona, portarono ad una nuova sconfitta della Cina, che permise il libero traffico dell’oppio nei suoi confini, e al ritorno del Regno Celeste della Grande Pace sotto il controllo dell’Imperatore Cinese. Venti milioni i Cinesi morti nella fase della riconquista. Una somma di molto maggiore rispetto al trentennio di rivoluzioni dell’Europa contemporanea (1821-1848).
C’è una morale in questa storia? Non lo so, le letture trasversali non sono il mio forte; ma ho sempre pensato che fosse una storia interessante da ascoltare.

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