Rissa e denunce per Belen Rodriguez e Stefano De Martino a Ponza

Il Messaggero ricostruisce una giornata ”pesante” per Belen e il compagno che finiscono nei guai

Ponza – Belen Rodriguez e Stefano De Martino sono finiti ancora nei guai. E’ il prezzo della celebrità, a quanto pare. I carabinieri, secondo quanto riporta il quotidiano “Il Messaggero”, li hanno segnalati all’autorità giudiziaria al termine di una giornata fatta di scontri, inseguimenti a bordo di un gommone, risse e addirittura un’ipotesi di rapina con relative denunce. “A scatenare il tutto due free lance che appreso dell’arrivo di Belen a Ponza – avvenuto sabato scorso quasi in sordina – si sono messi a seguirla”.
Continua “Il Messaggero”: “A Palmarola, straordinaria isola dell’arcipelago, lo scontro vero e proprio. Con un gommone affittato in mattinata la modella era arrivata nei pressi della spiaggia quando si sarebbe accorta di essere seguita dai due fotografi”.

“L’invito a essere lasciata in pace, qualche parola grossa, e sembrava tutto finito lì. Invece una volta scesi a terra e con i fotografi che continuavano a scattare c’è stata quella che i «paparazzi» hanno definito come una vera e propria aggressione. Tanto che si sono fatti refertare al poliambulatorio dell’isola una volta rientrati in porto”.

Ed ecco come si è sviluppata la vicenda: “A Palmarola, venti minuti circa da Ponza, nel corso della colluttazione i fotografi si sono visti strappare le macchine fotografiche e le borse con tutta l’attrezzatura che avevano portato. Risaliti sul gommone – secondo una prima ricostruzione – hanno fatto capire che la cosa sarebbe stata denunciata. A quel punto anche Belen e gli altri tre – compreso che la cosa poteva precipitare – hanno deciso di rientrare in porto. È stato lì, dopo l’attracco, che avrebbero riconsegnato macchinette e attrezzatura. Volevano chiuderla così e pensavano, forse, di esserci riusciti. Solo che c’era tutto, tranne le schede di memoria digitale. Di fatto le foto «carpite» a Belen – a quanto sembra nemmeno tanto compromettenti – non potevano essere utilizzate.”

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