Il sociologo Antonio Marziale interviene sul caso del Lato B di Belen Rodriguez

Il sedere della showgirl è "il meno peggio" di ciò che si vede in tv

“La costante oggettivizzazione sessuale mediatica della donna è da considerarsi uno sfregio alle conquiste sociali, culturali e professionali del genere femminile, ma obiettivamente mi sento di dire che il di Belen a Samarcanda è forse il meno peggio di quanto passa in Tv in piena fascia protetta”. A parlare è il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia, secondo il cui parere: “La Rodriguez, in più occasioni, ha dimostrato di meritare il successo a prescindere dalla propria avvenenza fisica, ecco perché l’indugio delle telecamere sulle parti anatomiche, piuttosto che la valorizzazione delle capacità artistiche, è da scongiurare”.

Marziale, che è stato estensore del Codice Tv e Minori, prosegue: “Il sacrificio delle qualità artistiche della showgirl argentina, a beneficio della sua prorompenza, induce le masse in età evolutive ad immaginare che il successo filtri soltanto dal con devastanti ripercussioni anche sul terreno sociale. Se la donna è oggetto in Tv – sottolinea il sociologo – allora è oggetto ovunque. Questa dinamica si chiama emulazione e non è affatto un sofisma, bensì una teoria scientificamente testata da circa un secolo a questa parte”.

Il presidente dell’Osservatorio conclude: “E’ sacrosanto, nel nome dei bambini, rivendicare la pulizia dei palinsesti in fascia protetta, ma ciò deve coinvolgere la violenza nei film, l’animosità nei dibattiti e la crudezza dell’informazione. Poi, anche il di Belen”.

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