Cristina Polledri

Maltrattamenti in un asilo di Piacenza. Due maestre arrestate dai carabinieri.

La notizia shock è stata  data per prima dai giornalisti de Il Piacenza. I Carabinieri hanno fatto irruzione in un asilo della Farnesiana, a Piacenza, e hanno portato in caserma due educatrici accusate di maltrattamenti su minori. “Si tratta di due donne piacentine”, scrive il quotidiano piacentino “che sarebbero accusate di maltrattamenti nei confronti dei bambini”.
Dalle prime indiscrezioni sembra che le donne siano state colte in flagranza. Si ipotizza che i Carabinieri stessero monitorando la scuola, in modo da poter interventire al momento opportuno e cogliere sul fatto le due maestre

Lo sport come volano per il rilancio di Piacenza. Rizzi: «Abbiamo grandi campioni. Coinvolgiamoli di più con eventi e manifestazioni»

Lo sport come volano per il turismo e l’economia. Ne è fermamente convinto il candidato sindaco Paolo Rizzi che questa mattina ha incontrato nel suo point elettorale sul Corso il grande (in tutti i sensi) campione di pallacanestro Mario Boni che ha segnato la storia del basket italiano professionistico. Super Mario, così lo chiamano i suoi tifosi, vive tutt’ora di sport come atleta (è campione del mondo over 50), come commentatore (da Sky alla Gazzetta) e come organizzatore e promotore di eventi in giro per l’Italia. Interessante dunque il suo punto di vista proprio in tema di indotto e ricaduta positiva che lo sport genera sui territori. «La valorizzazione di Piacenza passa anche dai nostri campioni, dalle nostre società e dagli eventi sportivi» dice Rizzi, convinto che si possa e si debba fare più di quel che tante realtà sul territorio, come il Coni naturalmente, stanno già facendo. Eventi di piazza che coinvolgano i piacentini ma anche grandi eventi in grado di portare in giro il nome di Piacenza. Una città – sottolinea Paolo Rizzi – che ha storie sportive d’eccellenza, passate e attuali, in tantissime discipline: «Penso agli Inzaghi nel calcio, a Giorgia Bronzini nel ciclismo, a Ippolito Sanfratello nel pattinaggio e a tanti altri». «Penso ai risultati strepitosi della nostra pallavolo maschile e femminile – prosegue il candidato – che hanno portato ovunque e ai massimi livelli i colori di Piacenza. Penso alla Placentia Marathon for Unicef ma penso anche ai tanti sport considerati minori che tuttavia stanno crescendo, stanno attirando appassionati, stanno creando un movimento sempre più vasto che coinvolge la città e la nostra meravigliosa provincia». Basti pensare alla mountainbike, disciplina in costante crescita (in città e provincia sono spuntate piste d’allenamento, scuole, corsi) e che a Piacenza ha un esponente ai massimi livelli mondiali: Marco Aurelio Fontana, olimpionico e ambasciatore di questo sport. E poi il trail running, la corsa su sentieri sterrati (Rizzi cita Marta Miglioli, runner fortissima e conosciuta anche fuori provincia nonché candidata nella lista giovani Piacenza del Futuro). E tanti altri sport che possono essere valorizzati, con la città capoluogo e la sua amministrazione che facciano da collettore e vetrina, organizzando, sostenendo o promuovendo eventi, piccoli e grandi.

«La strada è questa» dice Mario Boni, convinto. E ne è convinto anche Paolo Rizzi: «Esistono gli strumenti, anche normativi, per poter spingere in questa direzione. Perché la dotazione degli impianti i successi delle nostre società insieme ai grandi nomi del nostro sport possono davvero fare la differenza e contribuire al rilancio che vogliamo per Piacenza».

La Piacenza “smart” dei giovani con Rizzi: mobilità elettrica ed efficienza energetica

Rete e partecipazione: queste le parole chiave emerse dall’incontro con l’ex assessore all’urbanistica Pierangelo Carbone, tra i primi in regione a porre sul tavolo due parole dense di significato e sguardo al futuro, non solo di quello del prossimo mandato: “smart city”. Smart come metafora di mobilità sostenibile ed efficienza energetica ma anche redistribuzione delle aree verde, dei campo giochi e delle piste ciclabili. «Credo che un pezzo di smart city sia anche mantenere viva l’energia che si respira in campagna elettorale – racconta Carbone – Come stare in rete anche dopo è una sfida enorme, soprattutto per una lista civica che non si regge sulla burocrazia dei partiti tradizionali».

Secondo Carbone il concetto di Smart city può rappresentare una «cassetta degli attrezzi molto forte» a patto che si riesca a guardare «non soltanto a Piacenza ma anche al territorio circostante». L’idea di una città connessa ed attenta alle tematiche ambientali poggia le sue basi nell’ormai lontano 2007: da allora qualche passo è stato fatto ma la strada da percorrere è ancora piuttosto lunga. «Siamo ancora indietro sulle questioni ambientali – spiega Carbone – ma con idee e tecnologie Piacenza può ambire ad occupare una posizione centrale nonostante il suo status di città periferica». Persone, governance, economia ed ambiente devono costituire le fondamenta avendo ben chiaro che «qualsiasi cosa succede in un contesto: occorre una visione di insieme».

Proprio la visione di insieme è stato uno degli ultimi punti affrontati dall’ex assessore al Rizzi Point di Corso Vittorio Emanuele. «Prendete la via dove ci troviamo ora: possiamo considerarla come una linea con i negozi e le altre attività a costituire dei punti: la teoria delle reti e dei nodi ci aiuta a comprendere meglio il tessuto urbano con la Smart city che non guarda soltanto all’urbanistica ma anche alla sociologia».

L’Ufficio delle piccole cose e la Casa della città: dall’attenzione al decoro urbano a un luogo in cui “vedere” e discutere i grandi progetti per la città

Pianificazione di grandi progetti che cambieranno il volto di Piacenza in uno dei periodi storici più favorevoli a questo cambiamento, ma anche attenzione alle piccole cose in modo che ogni piacentino – giovane, anziano o bambino – “senta” la sua città come una casa.

E’ da questa impostazione, che unisce una visione necessariamente di ampio respiro a una più focalizzata sulle necessità di tutti i giorni, che nasce l’idea dell’“Ufficio delle piccole cose”. Un’idea che il candidato sindaco Paolo Rizzi ha voluto introdurre nel suo programma e che a sua volta si inserisce nel più ampio contesto dell’attenzione al decoro urbano.

Un tema cruciale, questo del decoro; un tema che Rizzi declina in vari modi compreso quello della sicurezza: più la città è bella e più tende ad essere frequentata in modo sano e quindi ad essere più sicura. Massima attenzione alla bellezza di Piacenza, dunque, e non per vezzo ma perché bello significa buono.

«Vogliamo una Piacenza amica – spiega il professore della Cattolica ed economista – Tutti i piacentini dovranno trovare nel Comune un’istituzione che rende facili i rapporti con il governo della comunità». E in quest’ottica ogni cosa è importante, anche quelle apparentemente più insignificanti. «L’organizzazione del Comune dovrà mostrare la massima attenzione per le “piccole cose” – dice Rizzi – e cioè i problemi segnalati dai cittadini che dovranno essere affrontati tempestivamente e risolti dedicando risorse specifiche ma coinvolgendo anche il volontariato e puntando in generale sul senso civico di tutti».

E parlare di decoro e funzionalità delle varie aree della città significa anche, nel 2017, parlare di tecnologia: «Dovremo sfruttare fino in fondo le opportunità delle nuove tecnologie – dice il candidato – attraverso una connessione wi-fi gratuita e di qualità in tutti gli spazi pubblici, incluse le periferie e le frazioni».

E ancora: «Sarà necessario dotare l’Urban Center, presso la Facoltà di Architettura, di nuove funzioni di Ricerca e sviluppo nel settore dell’urbanistica e della qualità urbana e dovrà essere un luogo di partecipazione permanente della cittadinanza».

«Vogliamo costruire la Casa della città (laboratorio urbano) – dice Paolo Rizzi – come strumento privilegiato al servizio delle politiche urbane e culturali in grado di coinvolgere tutti i cittadini. Questa struttura, da localizzare nell’ex Chiesa del Carmine in via di Recupero, ci permetterà di sperimentare nuove forme di democrazia partecipativa e deliberativa, finalizzata alla costruzione condivisa delle linee guida delle politiche urbane». L’idea di Rizzi è un nuovo spazio nel quale saranno visibili con plastici e fotografie le aree in via di riqualificazione. Lo scopo è discuterne insieme e scegliere i progetti più utili alla vita collettiva.

Più lavoro per i giovani grazie alla rivoluzione digitale delle industrie piacentine. Rizzi: «Fase decisiva per l’economia della nostra città»

Il lavoro è il punto d’arrivo, il rilancio delle imprese piacentine grazie al Piano Nazionale Industria 4.0 è il punto di partenza. In mezzo, con un ruolo di coordinamento sempre più importante sul territorio, dovrà esserci il Comune con tutte le azioni e le politiche in grado mettere in collegamento la domanda con l’offerta; in grado, quindi, di creare posti di lavoro ad ogni livello, anche ai livelli più qualificati contenendo così la tanto temuta fuga di cervelli verso altre realtà in Italia o all’estero. «Viviamo una fase decisiva per la competitività della nostra economia» afferma Paolo Rizzi, professore della Cattolica di Piacenza che da una vita si occupa proprio di economia locale. Una fase decisiva grazie a Industria 4.0 «che nel prossimo futuro permetterà anche a Piacenza di avviarsi verso la promozione della nuova manifattura con la digitalizzazione e l’informatizzazione dei processi produttivi». Una rivoluzione digitale che il Governo centrale ha voluto abbracciare con il Piano nazionale Industria 4.0 inserito nella Legge di bilancio di quest’anno riportando di fatto – con super-ammortamento e incentivi – la politica industriale al centro dell’agenda dell’esecutivo. «Piacenza, con le sue eccellenze soprattutto nel settore della meccanica avanzata – dice Rizzi – ha tutte le carte in regola per essere sempre più competitiva. E il Comune dovrà avere un ruolo di fondamentale importanza sostenendo le singole imprese e le associazioni di categoria, facilitando i rapporti con le università e gli istituti di ricerca». Rizzi entra più nel merito e parla di «rafforzamento della collaborazione con il Tecnopolo, con i laboratori di ricerca applicata come il Musp per la meccatronica e il Leap per l’energia». Un ruolo, quello dell’amministrazione, che dovrà viaggiare in modo sinergico con l’azione che già le associazioni di categoria stanno facendo in termini di formazione e informazione legate proprio a Industria 4.0. «Tutti ciò si tradurrà in lavoro per i giovani piacentini, laureati e non solo – spiega Rizzi – grazie alla nascita di nuove start up che abbiano nel proprio dna le nuove tecnologie».

“Vogliamo una Piacenza che si muova con il sorriso”. Rizzi arriva in tandem coi giovani a inaugurare il point sul Corso

Si colora d’arancione il Corso Vittorio Emanuele per l’inaugurazione del point elettorale di Paolo Rizzi, candidato sindaco di Piacenza. Alle 17,30, di fronte a una folla con palloncini e bolle di sapone che già si assiepava di fronte al 141, è arrivato il professore della Cattolica pedalando a bordo di un tandem e circondato dai giovani di Piacenza del Futuro, la prima lista under 35 della storia elettorale piacentina che dal primo pomeriggio aveva organizzato un giro in bici facendo tappa in alcune aree importanti per il futuro della città: l’ex chieda del Carmine, il laboratorio Pontieri, il collegio San Vincenzo, l’Urban Hub e lo Spazio 2.

Al point, con i candidati delle altre due liste (Piacenza Più, la civica, e la lista del Pd), c’erano anche volti noti del centrosinistra piacentino come Paola De Micheli, sottosegretario all’Economia, l’assessore regionale Paola Gazzolo, i consiglieri regionali Katia Tarasconi e Gian Luigi Molinari; e c’era anche Roberto Reggi, direttore dell’agenzia del Demanio ma ancora oggi chiamato “sindaco” da tantissimi piacentini, affezionati ai due mandati con i quali lo stesso Reggi ha lasciato un segno importante in città. Anche lui sul Corso a sostenere la candidatura di Paolo Rizzi, economista che da una vita studia le dinamiche di Piacenza e per questa ragione – secondo chi lo sostiene – è l’unico ad avere credibilità e autorevolezza quando si tratta di progettare il futuro di questa città.

«Siamo venuti in bicicletta, in movimento» esordisce Rizzi di fronte ai suoi sostenitori, molti dei quali in t-shirt color arancio con cappello e papillon ad abbellire una grossa R al centro. E prosegue: «Ed è questa la Piacenza che vogliamo: una Piacenza che si muove, che fa cose divertendosi, con il sorriso; vogliamo che la nostra città torni ad avere il sorriso, torni ad essere felice. Abbiamo grandi progetti nel nostro programma ma abbiamo anche proposto l’ufficio delle piccole cose, perché sono le cose più piccole che fanno la differenza. Dalle piccole alle grandi cose, dunque. Ma dobbiamo alzare la testa, volare alto e dobbiamo volerlo con forza e convinzione. Ed è da qui che nasce il nostro slogan “Vogliamo” che in sé contiene la parola voliamo».

Poche parole e poi la festa a base di focaccia e vino bianco.

Piacenza capitale italiana della Cultura 2020. Le idee di Rizzi per il rilancio culturale e turistico della città

«La bellezza non è solo quella dell’arte consolidata: è emozione, ricerca, conoscenza, scoperta. La bellezza è anche un gesto politico». Inizia citando Renzo Piano il primo intervento del candidato Paolo Rizzi al confronto organizzato ieri pomeriggio, venerdì 19 maggio, al teatro dei Filodrammatici di via Santa Franca. Un confronto al quale erano presenti tutti i candidati a sindaco di Piacenza e incentrato sul tema, appunto, della cultura. Di seguito, un sunto delle risposte che Rizzi, professore della Cattolica ed economista, ha fornito all’intervistatore e moderatore Gaetano Rizzuto con Stefano Pareti, già sindaco e assessore alla cultura di Piacenza, di fronte a una platea affollatissima.

«Tutte le proposte culturali del nostro programma hanno l’obiettivo di valorizzare il nostro patrimonio culturale e gli operatori culturali. Perché Piacenza deve poter essere una città culturalmente viva e la cultura deve essere un’economia, deve cioè dare la possibilità di vivere della propria arte.

In passato i professionisti della cultura hanno sofferto e si sono sentiti esclusi e soli ma noi vogliamo fortemente ristabilire una progettualità nelle iniziative culturali di Piacenza. Progettualità vuol dire prendersi degli impegni duraturi, da entrambe le parti!

• Candidatura di Piacenza a Capitale Italiana della Cultura 2020
• Piacenza, crocevia di strade, itinerari, cammini (Piacenza Romana (218aC-2018), Via Francigena)
• Estate culturale (centro e periferie)
• Arte contemporanea a Piacenza (artisti noti e nuovi talenti)
• Commissione Cinema (per valorizzare le esperienze della Scuola di cinema di Bobbio, Concorto, l’attività dei Cinemaniaci e ripensando anche al concorso Location Piacenza, di alcuni anni fa). Occasione per attrarre investimenti “puliti” sulla città.
• Banca della memoria (luogo fisico e virtuale di valorizzazione degli archivi iconografici, dialetto, tradizioni, storie)
La pogettualità sui grandi eventi culturali alla luce del successo delle mostre sul Guercino

Veniamo e siamo ancora immersi nel successo della mostra su Gercino, una mostra che è unica e poteva essere realizzata soltanto a Piacenza perchè la cupola del Duomo è soltanto a Piacenza.

La risposta ai grandi eventi è positiva sebbene la città debba abituarsi e allenarsi ad accogliere un numero maggiore di turisti, (anche internazionali) e a gestirli anche per quanto riguarda le piccole esigenze della visita (ad esempio facilità di orientarsi e dunque prevedere segnaletiche per la cultura, alloggi a prezzi differenziati, segnalazioni per i ristoranti).

Sarà nostra cura valorizzare le altre eccellenze del patrimonio artistico piacentino; penso a Mochi, lo scultore dei nostri cavalli della piazza monumentale, a Pordenone che ha affrescato la basilica di Santa Maria di Campagna e la Collegiata di Cortemaggiore.

Tuttavia siamo certi nel voler proporre grandi eventi culturali di eccellenza e unici, legati al territorio e non mostre comprate e portate qua.

Questo svolgendo il ruolo di propositori, coordinatori e facilitatori ralazionandoci con i grandi enti culturali piacentini, soprattutto Fondazione di Piacenza e Vigevano e Curia, ma anche imprenditori ed enti di cultura quali università (Cattolica, Politecnico, Conservatorio).

La promozione dell’immagine culturale di Piacenza (in relazione col tema Turismo e Arredo Urbano)

Abbiamo evidenziato la necessità di istituire una nuova governance in grado di dare sintesi ai tentativi di creare un’immagine culturale di Piacenza. Al momento manca un’immagine unica e coordinata alla luce dell’attuale frammentarietà della comunicazione.

Fare leva su idee innovative e sulla tecnologia per offrire risposte semplici e al passo con i tempi. Mettersi in dialogo diretto con l’arredo urbano che deve valorizzare la bellezza di Piacenza in senso funzionale (attività mirate alle differenti utenze).

Le risorse per la cultura nel bilancio della prossima amministrazione

Necessario creare un’alleanza fra Comune e Imprese

• Art Bonus
Legge n. 106 del 29/07/2014 e s.m.i.

è stato introdotto un credito d’imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo, il c.d. Art bonus, quale sostegno del mecenatismo a favore del patrimonio culturale.

L’Art bonus consente un credito di imposta, pari al 65% dell’importo donato, a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano.

• Sponsorizzazioni
• Partnership culturali
Valore aggiunto che le arti possono dare alla comunicazione delle imprese.

Istituire un tavolo per il dialogo costante con operatori culturali, imprese, enti culturali, Fondazioni bancarie e non.

I nuovi spazi per la cultura

Le grandi aree dismesse in centro storico e in periferia rappresentano un’occasione unica per riprogettare e rigenerare la città, un’occasione che va assolutamente colta.

Avviare e completare, entro i cinque anni del mandato, i progetti di riqualificazione urbana delle aree pubbliche

• ex rimessa Berzolla
• nuovo collegio universitario nell’ex Istituto San Vincenzo
• acquisizione di verde del Vallo Farnesiano , con recupero del “Castello”, oggi non visibili ai cittadini
• il primo stralcio del progetto Baia San Sisto: Chiesa del Carmine,
• ex Laboratorio Pontieri
• bastioni Borghetto, San Sisto, Fodesta
Nella stessa logica si indirizzeranno anche interventi privati di particolare rilevanza per la rigenerazione urbana come per

• l’area dell’ex Consorzio Agrario.
Azioni per promuovere il turismo

Necessità di istituire una nuova governance che tenga conto dell’immagine coordinata e unitaria, per esempio con una segnaletica completa (che sia parte dell’arredo urbano).

Potenzialità relativa all’assenza di gadget e merchandising della città attraverso concorso di idee rivolto ai creativi (designer, architetti, ecc) da fare realizzare da aziende locali».

Sicurezza urbana e profughi, Rizzi a Minniti: Piacenza diventi sede di sperimentazione

Le proposte al ministro: centrale unica di videosorveglianza e patto di reciprocità con certificazione per i migranti

Nessun mare tra il dire e il fare ma proposte concrete. Proposte che il candidato a sindaco di Piacenza Paolo Rizzi, economista e professore della Cattolica, ha rivolto direttamente al ministro dell’Interno Marco Minniti in visita istituzionale oggi in città e ospite di un incontro nell’auditorium Sant’Ilario promosso dal sottosegretario all’Economia Paola De Micheli, presente con il sindaco uscente Paolo Dosi e con i candidati e i vertici del Partito democratico locale: «Piacenza diventi sede di sperimentazione in tema di sicurezza urbana e gestione dei profughi», questa è la proposta di Rizzi al ministro Minniti.

Ad aprire i lavori ci pensa Paola De Micheli che ha sottolineato l’importanza di una sempre maggiore presenza dei rappresentanti del Governo sul territorio per dialogare con le realtà locali. «Quando poi ad andare sul territorio sono i ministri e questi ministri sono esponenti del Partito democratico – sottolinea il sottosegretario all’Economia – significa che il partito ha espresso personalità di grande valore nelle nostre istituzioni». E facendo riferimento al decreto-legge che porta il nome del ministro dell’Interno Marco Minniti, spiega come sia la dimostrazione pratica che le leggi non arrivano solo dall’alto ma rappresentano, come in questo caso, un lungo lavoro di confronto con chi vive nei singoli territori. «Questo decreto racconta i bisogni del territorio – dice De Micheli – e segna un punto avanzato nella conquista di una sempre maggiore sicurezza»

Dopo il saluto del sindaco uscente Paolo Dosi di fronte a un’affollata platea, il candidato Paolo Rizzi inizia il suo intervento partendo dal fatto di cronaca che da ieri sta riempiendo le pagine dei quotidiani: due rapinatori armati hanno assaltato una gioielleria in pieno centro, sul Corso, e in pieno orario dello shopping, alle 10,30 del mattino, fuggendo a piedi con 150mila euro di bottino. I due, un macedone e un serbo, sono stati catturati dai carabinieri costretti ad esplodere un colpo di pistola che ha ferito entrambi i banditi. Intervento tempestivo e determinante, quello dei carabinieri, preceduto da quello altrettanto encomiabile e coraggiosissimo di due piacentini che si trovavano per caso sul luogo della rapina. Tra questi c’era anche il consigliere regionale del Pd Gianluigi Molinari che ha fisicamente bloccato il rapinatore che impugnava la pistola. “Un episodio gravissimo – afferma Rizzi – che deve far riflettere su quanto spregiudicati siano diventati oggi certi criminali ma che dimostra anche quanto sia efficace l’azione delle Forze dell’ordine nella nostra città. E dimostra quanto sia importante la collaborazione dei cittadini in un modello di sicurezza che deve essere sempre più integrata, come vuole proprio il ministro Minniti”.

E rivolgendosi direttamente al rappresentante del Governo, Rizzi chiede dunque di candidare Piacenza a laboratorio di sperimentazione del decreto recentemente varato dallo stesso ministro. Facendo due proposte articolate e poi consegnate formalmente in una busta a Marco Minniti. La prima sul tema della sicurezza urbana; la seconda su un altro tema caldo di questi mesi: la gestione e l’accoglienza dei profughi.

«In tema di sicurezza urbana – spiega il candidato – proponiamo di potenziare il sistema di videosorveglianza, raggiungendo la dimensione di una rete di almeno 150 telecamere. Una rete che consentirebbe di monitorare l’intero territorio del Comune di Piacenza e delle sue frazioni, anche attraverso il coordinamento tra reti pubbliche e private, in linea con quanto previsto dal decreto-legge di febbraio, e nella logica dell’attuazione del sistema di sicurezza urbano integrato e dei relativi finanziamenti nell’ambito delle risorse a tal fine destinate dalla Regione. Si punterà, in particolare, alla messa in funzione operativa delle telecamere a targhe, vero e proprio sistema per combattere e prevenire il crimine organizzato sul territorio, in stretto collegamento con le centrali operative della Polizia e dei Carabinieri, arrivando ad avere almeno 20 punti di registrazione nei luoghi sensibili di accesso alla città».

«Un’altra proposta importantissima sempre in tema di videosorveglianza – prosegue Rizzi – si lega al progetto di un’anagrafe delle telecamere già avviato dalla Prefettura di Piacenza e cioè una mappatura elettronica completa degli impianti pubblici. A questo proposito riteniamo che sia indispensabile rafforzare il coordinamento interforze, e l’Amministrazione comunale di Piacenza, in linea con il decreto Minniti, si pone come obiettivo la messa in comune delle centrali operative per ottimizzare la collaborazione tra tutte le forze dell’ordine e la Polizia municipale con i rispettivi sistemi informativi. Una centrale unica, dunque. Verranno messi a punto tutti gli accordi necessari a garantire l’azione congiunta delle forze di polizia nel quadro delle previsioni normative e delle risorse messe in campo proprio dal decreto dello scorso febbraio».

E’ quindi il momento dell’altro tema: immigrazione e richiedenti asilo, argomento molto sentito a livello nazionale e «che anche qui da noi è stato ed è vissuto in modo decisamente faticoso». Al ministro dell’Interno Rizzi propone Piacenza come sede di sperimentazione in tema di accoglienza dei richiedenti asilo e inserimento in attività di pubblico interesse.

«La nostra proposta – argomenta il candidato – si basa, in sintesi, sulla volontà di regolamentare in modo certificato un vero e proprio patto di reciprocità tra profughi accolti e comunità che accoglie introducendo meccanismi di premialità e sull’ampliamento della rete SPRAR, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Si tratta di sperimentare una direttiva ministeriale per la quale i soggetti aggiudicatari di bando della Prefettura sul Comune di Piacenza siano tenuti entro 30 giorni a presentare al Comune stesso un progetto di coinvolgimento in lavori socialmente utili che integri la parte di cittadinanza attiva con quella educativa rispetto a lingua, tradizioni, regole. Un patto di corresponsabilità basato su diritti e doveri reciproci nel quale il migrante aderisce a un progetto educativo che superi il semplice concetto dell’assistenza proponendo una restituzione: lo svolgimento di un lavoro a favore degli enti pubblici e quindi della comunità che ospita. Abbiamo già sul territorio alcuni esempi d’eccellenza come quello dell’associazione La Ricerca che lavora a progetti di inserimento in agricoltura. In quest’ottica il Comune di Piacenza avrà ruolo di supervisione e controllo e relazionerà direttamente il Ministero sul buon esito della sperimentazione».

E ancora: «E’ di fondamentale importanza prevedere che i richiedenti asilo che aderiscono al progetto possano ottenere una certificazione da parte dell’ente. Una certificazione che rappresenterà la condizione per un più rapido esame della richiesta di asilo e un requisito per altre situazioni di vantaggio come trovare un posto di lavoro».

«Da ultimo, ma non certo per importanza – conclude Paolo Rizzi – riteniamo che debba esserci chiarezza sulla possibilità di un “travaso” dei posti nei Centri di accoglienza straordinaria nei singoli Comuni, sui posti SPRAR attivati ex novo o implementati.

Una possibilità che incentiverebbe gli enti a estendere la rete del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati e ridurrebbe il rischio di assegnazioni doppie. Più SPRAR, dunque, significa più clausole di salvaguardia, più garanzie di un’accoglienza di qualità e distribuita in modo equo. Sempre in quest’ottica è necessario rendere più efficaci e stringenti i controlli sulle strutture Cas con sanzioni certe per gli operatori che deroghino dagli standard e dalle regole approfittandosi di una situazione di perenne emergenza».

Proposte che il ministro Minniti ha ascoltato con attenzione e dalle quali ha preso spunto per un articolato intervento nel quale ha toccato i cardini del “suo” decreto. Prima di tutto il concetto stesso di sicurezza: «La sicurezza non è solo una condizione – spiega Minniti – E’ prima di tutto un sentire, un sentirsi. E’ dunque un sentimento: ci si sente sicuri o ci si sente insicuri. Ecco perché con questo decreto abbiamo voluto prima di tutto dare una definizione nuova: per noi la sicurezza è un bene comune».

Se è vero che in Italia i reati sono calati negli ultimi anni, spiega il ministro, tuttavia stiamo vivendo un’epoca in cui ci si sente sempre meno sicuri, e uno dei motivi principali è il terrorismo, soprattutto quello a “prevedibilità zero”. Nizza, Parigi, Londra, Bruxelles, Stoccolma: tutti teatri tragici di atti non prevedibili, non contrastabili con indagini preventive o con l’intelligence. Come si contrasta questo tipo di terrorismo, dunque? «Con il controllo del territorio – dice Minniti – E il controllo del territorio si ottiene solo mettendo in relazione stretta lo Stato nazionale con i sindaci dei territori. Nuovi strumenti per una sinergia più stretta, più efficace. Strumenti modulabili perché le esigenze e le caratteristiche sono diverse a Reggio Calabria e a Piacenza».

Sicurezza integrata, dunque, con nuovi strumenti preventivi e repressivi ma anche con azioni mirate alla riqualificazione delle aree più problematiche, al decoro, alle iniziative sociali.

E in tema di immigrazione e profughi, il rappresentante del Governo è stato chiaro sulle sue convinzioni e duro con quelli che ha definito i populisti: «Sappiamo che la paura è un sentimento – spiega il ministro – I populisti si approcciano alla paura con l’idea di mantenerla. Noi ci approcciamo senza supponenza con l’idea di superarla». E ancora: «In tema di accoglienza di richiedenti asilo, la strada è l’accoglienza diffusa. Solo se l’accoglienza è diffusa può essere di qualità e meno attaccabile dalle mafie come è accaduto con la Ndrangheta in Calabria. E se l’accoglienza è diffusa è più facile il processo di integrazione. Solo dove non c’è integrazione esiste il rischio che nasca il terrorismo, che non è mai messo in pratica da siriani o iracheni ma da europei figli o nipoti di immigrati lasciati soli, emarginati. Solo i democratici riformisti possono unire ed equilibrare i diritti di chi è accolto con i diritti di chi accoglie».

Rizzi: il nuovo ospedale è una grande opportunità per Piacenza, voglio incontrare i residenti e gli esercenti della zona

«Un nuovo ospedale a Piacenza rappresenta una doppia grande opportunità: da un lato, avere una struttura più moderna, più al passo con le nuove tecnologie, più ampia e meglio fruibile dai pazienti; dall’altro significa restituire alla città spazi che hanno anche parti storiche meravigliose e che insieme potremo riprogettare per il bene dei cittadini». 

Si esprime così il candidato sindaco Paolo Rizzi sul tema oggi tanto dibattuto del nuovo ospedale di Piacenza. Tema caldissimo che in questi giorni di campagna elettorale è tornato alla ribalta dividendo gli animi, anche quelli dei candidati a sindaco, praticamente tutti contrari alla costruzione di un nuovo complesso ospedaliero. L’unico a vedere in questa operazione un’opportunità per la città è proprio Rizzi, che l’altro giorno era presente all’inaugurazione del nuovo laboratorio di Immunogenetica, eccellenza regionale e nazionale fino a qualche settimana fa relegata in una sorta di scantinato del Guglielmo Da Saliceto. «Per trovare una sistemazione adeguata a un laboratorio che svolge funzioni indispensabili e preziose – ha spiegato Luca Baldino, direttore dell’Ausl di Piacenza – abbiamo dovuto fare il diavolo a quattro». Morale: l’attuale nosocomio – secondo i vertici dell’Azienda – è piccolo, è in centro storico e quindi poco fruibile da pazienti che arrivano da tutta la provincia e, sempre di più, anche da province vicine ed è sempre meno in grado di reggere la crescita di domanda. 

Considerazioni che il candidato sindaco Paolo Rizzi, economista e professore della Cattolica di Piacenza, fa proprie. E rilancia: «Un ospedale strutturato a padiglioni – spiega – ha dei costi di trasporto interno ed energetici molto superiori rispetto a quelli di un complesso moderno, nell’ordine di mezzo milione di euro all’anno in più». Ma non solo: «Un ospedale al passo con i tempi, grande, all’avanguardia, sarebbe in grado di attrarre professionalità di livello che si aggiungerebbero a quelle già presenti a Piacenza. E sarebbe un vantaggio per tutta la comunità».

Tema caldo, si diceva, da vari punti di vista. La prospettiva che l’ospedale venga spostato nella prima periferia della città (dove, è ancora da valutare) è vissuta con timore dagli esercenti di via Taverna che lavorano grazie all’indotto della struttura sanitaria. E proprio a loro si rivolge il candidato Paolo Rizzi, chiedendo un incontro al più presto per poterli ascoltare e per potersi confrontare. 

Rizzi incontra i residenti del quartiere Ciano

Una Ford station wagon parcheggiata da dodici anni ai piedi di uno dei palazzoni arancioni del Ciano, storico quartiere di case popolari di Piacenza. Dodici anni. E’ il simbolo dell’abbandono di cui si sentono vittima i residenti negli ultimi anni, nonostante l’impegno del Comune per tamponare alcune dei problemi che via via si sono andati a sommare in quello che una volta era considerato il fiore all’occhiello dei quartieri popolari cittadini. A toccare con mano questi problemi, a parlarne con i piacentini che lì abitano da una vita, è andato il candidato sindaco Paolo Rizzi. Ad accompagnarlo, tre candidati delle “sue” liste di sostegno: Ivano Fortunati e Maria Antonietta Rignanese della civica Piacenza Più e Francesco Perini di Piacenza nel Futuro, la lista under 35. Tutti e tre abitano nella zona e conoscono bene i temi che stanno a cuore a chi, come loro, li vive ogni giorno. Rizzi ha stretto mani e ascoltato tutti, ha visitato l’area verde tra i palazzi, è sceso nelle cantine, ha visto alcuni appartamenti, ha preso atto di ciò che i residenti chiedono a gran voce. E chiedono prima di tutto di essere tenuti più in considerazione, nonostante rendano atto al Comune di aver già fatto tanto in questi anni. Vogliono considerazione e attenzione perché, in caso contrario e contrariamente a com’era fino a qualche anno fa, oggi ci sono gruppi di giovani, moltissimi esxtracomunitari, che hanno preso l’area verde tra i palazzi e gli stessi androni come punto di riferimento per fumare spinelli, ubriacarsi, fare chiasso. Ed essendo un’area privata, dell’Acer, non sono previsti pattugliamenti interni da parte delle forze dell’ordine. E Paolo Rizzi ha raccolto la sfida: «Faremo il possibile per fare in modo che i residenti di questo bellissimo quartiere possano sentire l’amministrazione ancora più vicina».