Lega: “Nonni in cattedra per insegnare la storia, le tradizioni e il dialetto”

Chi, meglio dei nostri nonni, potrebbe essere più efficace nell’insegnarci la nostra storia e le nostre tradizioni? E quale strumento migliore per veicolare nella maniera più efficace e naturale il “mos maiorum” se non l’utilizzo del dialetto?

La proposta di far salire nelle cattedre delle scuole emiliano-romagnole i nostri nonni arriva dal Gruppo Lega Nord della Regione Emilia-Romagna, che presenterà un ordine del giorno collegato alla Legge di Bilancio, a prima firma del consigliere Matteo Rancan, che impegna la Giunta a prevedere le risorse necessarie per l’insegnamento del dialetto e delle tradizioni locali nelle scuole primarie di tutto il territorio regionale.

“Un modo per non perdere le nostre tradizioni, favorire l’invecchiamento attivo e lo scambio intergenerazionale” – spiegano i leghisti, che aggiungono: “Nel 2015 anche l’Unesco ha inserito l’emiliano e il romagnolo come due lingue distinte e meritevoli di tutela. E proprio l’Unesco ha denunciato che il 90% delle lingue europee è a rischio di estinzione. In particolar modo, il dialetto emiliano e quello romagnolo risultano essere lingue “sicuramente in via di estinzione”, in quanto sono principalmente le generazioni più anziane e non le nuove generazioni a parlarle”.

La conservazione dei dialetti contribuisce alla comprensione dell’ambiente in cui si vive, alla formazione del senso di cittadinanza e di appartenenza della popolazione locale e favorisce la memoria storica. Inoltre, sviluppa un senso di identità collettiva.

“Il dialetto porta con sé un patrimonio fondamentale basato su valori ed esperienze della comunità che lo parla e costituisce un solido collante sociale e culturale” sottolineano Alan Fabbri, Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte, Daniele Marchetti, Marco Pettazzoni, Massimiliano Pompignoli, Stefano Bargi e Andrea Liverani.

Tanto più che in virtù della Legge Regionale 18 luglio 2014, n. 16 “Salvaguardia e valorizzazione dei dialetti dell’Emilia – Romagna” l’ente di viale Aldo Moro si è già attivato per favorire il riconoscimento e lo sviluppo delle identità culturali e delle tradizioni storiche delle comunità residenti nel territorio regionale. E lo ha fatto anche istituendo il Comitato scientifico per la salvaguardia, la valorizzazione e la trasmissione dei dialetti dell’Emilia – Romagna, che ha il compito di presentare annualmente una relazione sulle attività svolte e sui risultati raggiunti.

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