Vijay Iyer photographed in New York City, January 10th, 2014

Martedì 13 marzo. Fenomeno della musica contemporanea al Conservatorio “G. Nicolini”

Piacenza, 5 marzo 2018 – Un’occasione rara dalle nostre parti quella che verrà offerta martedì 13 marzo alle 21.15 nel salone del Conservatorio “G. Nicolini” di via Santa Franca 35 a Piacenza da Vijay Iyer; perfetta per farsi un’idea di dove sta andando la musica jazz e contemporanea in senso più ampio. Iyer, compositore e pianista di impressionante talento e tecnica impeccabile, rappresenta uno degli emblemi della nuova frontiera, senza alcun dubbio uno dei più interessanti e vitali giovani pianisti che il Jazz possa annoverare tra le sue fila oggi. Il festival piacentino, organizzato dall’associazione culturale Piacenza Jazz Club, che può vantare il patrocinio del MiBACT, vede il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, della Camera di Commercio di Piacenza, della Regione Emilia-Romagna, dei Comuni di Fiorenzuola e Salsomaggiore Terme e di alcune realtà istituzionali e imprenditoriali del territorio. I biglietti per questo concerto sono acquistabili nei pomeriggi feriali dalle 15.30 alle 19.30 e al sabato mattina dalle 10.30 alle 12.30 presso la sede del Piacenza Jazz Club. E’ inoltre possibile acquistare il biglietto online sul sito www.diyticket.com o in tutte le ricevitorie Sisal d’Italia.

Ha una laurea in fisica e matematica, ma non è tra particelle elementari e calcoli complessi che Vijay Iyer è andato incontro al suo destino. Pianista autodidatta, insegna musica ad Harvard e a 45 anni è considerato un punto di riferimento del Jazz contemporaneo e della nuova musica in senso più ampio. Grande attesa dunque per questa data che terrà al Piacenza Jazz Fest.
Molto amato dalla critica che è entusiasta della lucidità con cui ha cambiato le regole, aprendo nuove dimensioni al Jazz contemporaneo, soprattutto a livello di ritmo e di metrica estremamente complessi, nel curriculum di Iyer brillano svariati premi, tutti di alto livello. Il pianista appartiene a una generazione di giovani strumentisti che combinano un’elevata capacità di improvvisazione con alte aspirazioni compositive. Tra i riconoscimenti più prestigiosi vale la pena citare il MacArthur Genius Grant, attribuitogli nel 2013, il Doris Duke Performing Artist Award del 2012 e l’American Jazz Award del 2010, con cui è entrato di diritto nella lista dei grandi che lo hanno ottenuto in precedenza: Herbie Hancock, Ornette Coleman, Wayne Shorter, Dave Holland. Nello stesso anno il suo disco «Historicity» è stato nominato ai Grammy come migliore album di jazz strumentale. Nelle composizioni del musicista confluiscono influenze provenienti da tutta la storia del Jazz mescolate a frammenti sonori del minimalismo, della diaspora sud-asiatica, dell’hip-hop e dell’elettronica. In più di venti anni di carriera, dal 1995 a oggi, Iyer ha pubblicato una ventina di album che coprono un terreno notevolmente diversificato; con l’etichetta ECM, per cui incide attualmente, ha realizzato diverse produzioni, che gli hanno valso innumerevoli lodi a livello internazionale.
Un artista come Iyer, che riesce a spostare l’asticella sempre un po’ più in là, come già i grandissimi che hanno fatto la storia di questo genere, rappresenta la vitalità e la continuità della musica Jazz, oltre che la sua più intima essenza.

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