I social superano i 3 miliardi di utenti. E il manuale d’istruzioni non è ancora stato scritto

3 MILIARDI di persone usano i social, in particolare #Facebook, #YouTube e #WhatsApp. E’ pari a circa il 40% dell’umanità. 2.7 miliardi di utilizzatori accedono con smartphone. 3.8 miliardi di persone (su un totale di circa 7 miliardi) ha un accesso ad Internet.
E’ la fotografia più recente del mondo in cui muoviamo. Un piano alternativo, parallelo alla vita reale, in cui accadono cose vere: ci si innamora, si litiga, si fanno acquisti, vengono erogati servizi, si trovano informazioni, si comunica…
Ho parlato molto con ragazzi giovani e giovanissimi, nati in un mondo che si relaziona attraverso i social media. La possibilità di misurare ogni cosa in modo esatto li sottopone ad uno stress che noi, alla loro età, non abbiamo vissuto. La popolarità in una scuola – per esempio – è misurabile in base al numero di like. Bello, brutto, figo o sfigato sono aggettivi che al giorno d’oggi diventano oggettivi.
Milioni di persone hanno una sorta di dipendenza da social. Si stima, per esempio, che ogni utente di Facebook acceda una media di 14 volte al giorno. Provate a pensare a quante volte date una controllatina alle vostre notifiche. 14 volte al giorno è un dato che mi fa impressione. Ma a pensarci bene sono le 6 del mattino e in questo momento sono su Facebook…
Questa overdose di social ha tante conseguenze. Prima fra tutte il distacco dalla realtà. Pensate a quanta ferocia incontriamo nei commenti dei “leoni da tastiera” o a quanto è semplice diffondere una notizia falsa.
Altra conseguenza è l’ansia che il rapportarsi costantemente con gli altri genera. Le persone tendono a presentarsi al meglio sui social: sempre sorridenti, in luoghi incantevoli, nel bel mezzo di attività interessanti. Tuttavia, continuare a vedere le “immagini sorridenti” di centinaia di altre persone su Facebook induce a pensare che gli altri siano sempre felici e abbiano una vita migliore. Ci sono studi molto interessanti a riguardo.
E quindi? Quindi niente. I social media sono solo uno strumento, come il telefono o la TV. Uno strumento di massa che si evolve e che va utilizzato nel modo migliore possibile. Presto innovazioni come l’integrazione del web con la realtà virtuale renderanno ancora più intrigante questo universo parallelo, ampliando lo spettro di sensazioni e di emozioni che potranno essere provate. L’importante è riuscire a mantenere un distacco sufficiente e non essere pigri. L’accidia è un peccato grave sul web. Porta a subire passivamente tutto quello che ci viene scaricato addosso dagli altri, a credere ad ogni baggianata (o peggio a contribuire a diffonderla), ad avere più paura… a vivere peggio.

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