Il quinto potere

TITOLO ORIGINALE: The Fifth Estate
ANNO: 2013
GENERE: Dramma, Thriller
REGISTA: Bill Condon
PRODUTTORE: Steve Golin, Michael Sugar
ATTORI: Benedict Cumberbatch, Dan Stevens, Daniel Brühl, Alicia Vikander, Carice van Houten, Peter Capaldi, Jamie Blackley, Stanley Tucci, Laura Linney, David Thewlis, Moritz Bleibtreu, Alexander Beyer, Anatole Taubman, Anthony Mackie

TRAMA:
Nel 2007 Julian Assange, gestore e fondatore di WikiLeaks, incontra Daniel Domscheit-Berg, con lui nel corso di 3 anni porterà la piattaforma per la divulgazione di documenti riservati alla notorietà mondiale attraverso la pubblicazione di una serie segreti clamorosi, culminati con i cablogrammi e i resoconti riguardanti la guerra in Afghanistan del governo americano nel 2010, evento talmente clamoroso da distruggere la stessa organizzazione interna del sito e renderlo il nemico dei principali governi del pianeta. Quella di WikiLeaks è una storia a doppio livello. Da una parte è un racconto dell’era digitale, la nascita di un sito che ha cambiato il concetto di segretezza, consentendo la più grande fuga di notizie nella storia dell’informazione; dall’altra è uno dei molti esempi delle nuove forme di attivismo, cioè di come la tecnologia e la comunicazione digitale stiano cambiando la maniera in cui gli individui agiscono e si muovono per protestare attivamente contro le istituzioni.

DESCRIZIONE:
Un caso noto a molti, quello di WikiLeaks e delle vicissitudini anche giudiziarie del suo fondatore, e che sicuramente meritava di essere trasposto sul grande schermo per il forte impatto culturale che ha avuto ed ha sulla nostra società. La pellicola però si basa su uno script retorico e privo di mordente, che il regista Bill Condon tenta di mascherare con riprese frenetiche e ”trucchi” da thriller; qui ovviamente forzati e fuori luogo. L’unica cosa che funziona in questo film è il suo protagonista, che offre una caratterizzazione estremamente convincente del personaggio di Julian Assange, mentre l’altrettanto bravo Daniel Bruhl che interpreta Daniel Domscheit-Berg risulta un po’ sottoutilizzato.