Privacy. Da oggi stop alle telefonate mute per i call center

Scade il termine ultimo per i call center per tornare in regola rispetto alle telefonate mute

Il telefono squilla più volte: ma all’alzata della cornetta dall’altra parte non arriva nessuna risposta. In molti hanno certamente avuto esperienze simili, di quando in quando, ma per alcuni, tormentati da dieci o quindici chiamate di seguito, le cosiddette ‘telefonate mute’ sono diventate un incubo, quasi al punto da essere vissute come una forma di stalking. Giunge dal Garante della Privacy però la conferma: da oggi i call center saranno obbligati a limitare l’utilizzo di sistemi automatizzati di chiamata che, nei tempi morti tra una telefonata e l’altra, generano un numero di telefonate anche superiore a quello degli operatori effettivamente disponibili, facendo nascere così le telefonate silenziose che infastidiscono tanti utenti telefonici.
Le regole sono chiare: telefonate mute non più lunghe di tre secondi, di cui verrà tenuta traccia per non superare il numero di 3 ogni 100 andate a buon fine, e con conservazione dei dati statistici per almeno due anni per permettere ulteriori controlli negli anni successivi; niente più lunghi silenzi, che hanno fatto pensare a tanti ad un molestatore, ma rumori di sottofondo come brusio e squilli di telefono, per confermare che la chiamata proviene da un call center. Un utente contattato in questo modo non potrà inoltre essere richiamato prima che siano passati cinque giorni, allo scadere dei quali sarà obbligatorio che dall’altro lato della cornetta risponda un operatore.

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