Cassiera perseguitata da stalker. ”La mia non era più vita”

Dopo continui appostamenti, tormenti e minacce, a ottobre il processo

Piacenza. Ci sono voluti anni e anni di tormenti prima che, finalmente, giungesse il momento del processo: un processo che è stato rinviato ad ottobre allo scopo di raccogliere tutte le denunce fatte da una cassiera piacentina 40enne nei confronti di un 29enne siciliano. Le accuse sono per stalking: non solo avances e tentativi di convincere la donna a frequentarlo, ma anche minacce e insulti, e soprattutto appostamenti, più volte al giorno. Gli agguati non si limitavano al posto di lavoro di lei, persino mentre era al lavoro alla cassa: l’uomo, infatti, si spingeva a seguirla fino a casa, e una volta addirittura a casa dei genitori di lei. Più volte, inoltre, le aveva danneggiato l’automobile, costringendola a tornare a casa a piedi.
“A un certo punto non vivevo più, era come sopravvivere”, ha raccontato la donna al giudice Italo Ghitti: “vomitavo prima di andare a lavorare, al solo pensiero di vederlo. Ero assente, avevo il terrore di trovarmelo di fronte ovunque, anche all’uscita dal lavoro o tornando a casa. Temevo spuntasse dalla scale. Sono stata costretta a farmi curare e a prendere degli ansiolitici”. Dopo una decina di denunce, finalmente il rinvio a giudizio della procura.

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