Il 26enne tunisino non è reperibile: forse si trova fuori dall’Italia. Incastrato da cellulare e DNA
Nuovi sviluppi riguardo all’omicidio di via Degani, la cui vittima, Giorgio Gambarelli, è stato trovato nel suo appartamento in un lago di sangue, sgozzato e spogliato degli abiti: la scena del crimine, inquinata ad arte per farla sembrare il risultato di una rapina andata male, aveva fin da subito attratto i sospetti dei carabinieri. Ora i sospetti si concentrano su un conoscente della vittima, un 26enne tunisino che aveva telefonato all’ex fisioterapista poco prima dell’omicidio, e il cui cellulare ha agganciato la cella di via Degani proprio nella fascia oraria in cui è avvenuto il delitto. Un’altra telefonata è partita dallo stesso numero da piazzale Marconi, cosa che fa sospettare che il colpevole abbia lasciato Piacenza, e poi, probabilmente, anche l’Italia.
Anche una traccia biologica lega il 26enne alla scena del crimine: una traccia ematica su un cassettone nella camera da letto di Gambarelli, che, confrontata con il Dna di un parente del sospettato, ha mostrato un riscontro. Al momento si attende una dichiarazione di latitanza, e quindi un mandato di cattura europeo.