Alpini a Piacenza. I giorni della malinconia dopo l’Adunata Nazionale

Piacenza grida all’unisono: ”ridateci gli Alpini”. L’emozione non vuole finire

Soltanto due giorni fa Piacenza ha salutato gli Alpini in piazza Cavalli, dove si è svolta la cerimonia di chiusura dell’Adunata nazionale con l’ammaina bandiera. Dopo questi tre indimenticabili giorni che hanno portato a Piacenza 400.000 alpini che con la loro gioia, allegria e valori hanno riempito e sommerso la città, i piacentini non riescono a risvegliarsi dal sogno. Le decine di migliaia di bandiere che ancora sventolano in ogni angolo della città continuano a tenere vivo il ricorso di un’esperienza che tutti temono non si potrà ripetere mai più. Piacenza non è mai stata così bella.
L’orgoglio, i sorrisi, i canti, i “trabiccoli”, i cori ad ogni angolo, la birra che scorre a fiumi, il profumo di carne alla griglia, il buon vino, le strade piene di gente festante, le tende, i bagni sempre occupati, le sigarette condivise, i brindisi, le bande musicali, le penne nere… Piacenza per tre giorni era ai confini della realtà. In città risiedono meno di 100.000 persone e ancora ci domandiamo come sia stato possibile convivere in modo così armonioso con 400.000 ospiti. Per tre giorni la città ha quintuplicato il numero degli abitanti, e tutto è filato liscio. E’ quasi magia, vero?

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