Processo Ruby: la testimone marocchina non si presenta in aula

Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini: ”Questa è una strategia per dilatare i tempi del processo per arrivare alla campagna elettorale”

Questa mattina, la marocchina Karima El Mahroug, conosciuta come Ruby Rubacuori, non si è presentata in aula nel corso dell’udienza del processo a carico di Silvio Berlusconi. La ragazza avrebbe dovuto portare la propria testimonianza in qualità di “persona informata sui fatti” nel processo “Rubygate”. L’avvocato della ragazza, Paola Boccardi , ha così commentato l’accaduto: “Ho cercato di mettermi in contatto con la ragazza ma il suo cellulare è staccato e anche quello del suo ragazzo. Lei mi ha mandato un sms per dire che è all’estero ma non ho la documentazione di questo viaggio e non so quando tornerà”. Il legale ha chiarito poi che non può dire se la ragazza riuscirà a essere in aula il 17 dicembre, giorno in cui la difesa ha deciso di citare di nuovo la marocchina. L’avvocato Boccardi ha poi aggiunto che non vede Ruby da un mese, “perché non abbiamo bisogno di incontrarci più spesso”.
La reazione del procuratore aggiunto Ilda Boccassini non si è fatta attendere. “Questa è una strategia per dilatare i tempi del processo per arrivare alla campagna elettorale”. E’ seguito uno scambio piuttosto acceso di parole fra la Boccassini e i legali di Berlusconi, gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo. Il procuratore aggiunto ha poi chiesto la “decadenza” del teste, spiegando di non credere ai motivi presentati dai legali della donna. Alle parole del pm ha ribattuto Nicolò Ghedini: “Questo è intollerabile, questa è una aggressione alla difesa”.

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