Paralimpiadi. Alex Zanardi. Le tre lezioni del campione bolognese

Il significato dietro ai due ori nella handbike dell’ex pilota di F1

Un fenomeno. Di forza e di volontà. Se quando era un pilota pestava “sull’acceleratore ed era il motore a fare fatica, qui il motore” è lui, Alex Zanardi. Quando ormai undici anni fa fece quel terribile incidente, pensai che forse per il pilota bolognese sarebbe stato meglio morire sul colpo, piuttosto di dover sopportare sofferenze atroci, e poi trascorrere il resto della sua vita senza gambe. Senza gambe. Zanardi scelse invece di aggrapparsi alla vita, dandomi così la prima lezione.
Quando a cinque anni dal Lausitz riprese ufficialmente a correre, pensai: è matto. E mi diede la seconda lezione. Quando due anni fa annunciò che si sarebbe preparato per partecipare alla Paralimpiade di Londra su handbike, ero come minimo scettico. Tra mercoledì e ieri, Alex mi ha dato la terza e per ora ultima, vincendo due ori sconfiggendo i mostri sacri della specialità. Grazie Alex, per le tue lezioni e per essere diventato un esempio anche per tutti noi “normali”.

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