Caso Lusi. Il Senato vota si all’arresto. Il tesoriere: ”i digirenti Margherita sapevano”

Luigi Lusi a Rebibbia: ”Rutelli ha avuto la decenza di non votare”. E ancora: ”Sono una persona che sta vivendo un incubo”

ROMA – Il senatore Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, è entrato nel carcere di Rebibbia per costituirsi dopo il sì del Senato al suo arresto. Prima che i colleghi votassero “si” all’arresto, Lusi ha preso la parola. “Chiedo mi venga riconosciuto il diritto dei comuni cittadini ad un giusto processo, senza inutili misure afflittive dal sapore inevitabilmente punitivo e persecutorio”, ha detto l’ex tesoriere della Margherita. Dietro al caso che lo riguarda il senatore vede infatti “inutili e devastanti forzature per appagare la crescente ondata dell’antipolitica, tranquillizzare chi ha un approccio volto solo a trovare un capro espiatorio, soddisfare chi evoca, strumentalmente, i ‘forconi’ della piazza e trovare un colpevole per tutte le stagioni”.
Luigi Lusi ha commentato anche il voto dei suoi compagni di partito. Secondo il senatore Francesco Rutelli non avrebbe votato nell’Aula del Senato. “Ha avuto la decenza di non farlo”, ha riferito, “ma lo ha fatto Bianco e questo è incredibile”. “I massimi vertici della Margherita non hanno voluto accettare quanto io volevo restituire”, ha spiegato il politico. “Resta singolare che io venga accusato di reticenza se non parlo, e di calunnia se parlo. Qualcuno potrebbe pensare che mi si voglia chiudere la bocca”.

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