Giappone. Tre prigionieri impiccati. Amnesty International: ”un passo indietro”

Toshio Ogawa: ”la pena di morte è un dovere ministeriale”. Catherine Baber: ”giustificazione inaccettabile”

TOKYO – Amnesty International ha duramente criticato la decisione del Giappone di impiccare tre prigionieri, dopo che erano trascorsi quasi due anni senza esecuzioni. L’organismo internazionale ha parlato di “un profondo passo indietro” che riporta il Giappone “in quella minoranza di paesi che usano ancora la pena capitale”. Toshio Ogawa, il ministro della Giustizia giapponese ha dichiarato di avere autorizzato le impiccagioni per dovere. Catherine Baber, vicedirettrice di Amnesty International per l’Asia e il Pacifico, ha risposto: “giustificare azioni che violano i diritti umani col ‘dovere ministeriale’ è inaccettabile. Al contrario, dovrebbe essere responsabilità di chi ha incarichi politici di affrontare la criminalità senza ricorrere alla punizione più crudele, disumana e degradante”.
Solo due giorni fa, Amnesty International aveva pubblicato il rapporto sulla pena di morte nel 2011, sottolineando il positivo sviluppo dell’assenza di esecuzioni in Giappone per quasi due anni.

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