Ecco la riforma dell’art. 18 secondo la proposta del governo

La riforma punto per punto. No stage gratis e fondo solidarietà lavoratori anziani

Stretta sulla flessibilità in entrata, maggiore flessibilità in uscita e protezione “universale” per i lavoratori che perdono il lavoro su modello europeo: è questa in sintesi la riforma presentata ieri dal Governo alle parti sociali sottolineando che, se aggiustamenti sono possibili fino a giovedì, il confronto è sostanzialmente concluso e sarà il Parlamento “l’interlocutore principale” del Governo. E’ infatti prevista per oggi, alle ore 16.00, la riunione fra Governo e parti sociali a Palazzo Chigi, che determinerà la “definitiva messa a punto del documento inerente la riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”. E’ quanto si legge nella convocazione ricevuta dalle parti sociali e firmata dal sottosegretario Catricalà.
Sono tante le critiche dei sindacati e le proteste avvenute oggi contro la riforma. In attesa della fine della riunione, ecco che vi proponiamo la proposta di riforma del governo, punto per punto.

– CONTRATTI: Il contratto a tempo indeterminato sarà “dominante” con il rafforzamento dell’apprendistato per l’ingresso nel mercato del lavoro.

– STRETTA CONTRATTI TERMINE: Saranno penalizzati i contratti a termine (ad esclusione di quelli stagionali o sostitutivi) con un contributo aggiuntivo dell’1,4% da versare per il finanziamento del nuovo sussidio di disoccupazione (oltre all’1,3% attuale). Per i contratti a termine non saranno possibili proroghe oltre i 36 mesi.

– NO ASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONE SE NON SI E’ FAMILIARI: insieme alla stretta sulle partite Iva e sui co.co.pro punta a limitare il fenomeno del lavoro sostanzialmente subordinato mascherato da lavoro autonomo.

– NO STAGE GRATIS SE SI E’ GIA’ FORMATI: Dopo la laurea o dopo un master – ha spiegato Fornero – si va in azienda ma non con uno stage gratuito, magari sarà una collaborazione, magari un lavoro a tempo determinato ma è un lavoro e l’azienda lo deve pagare.

– NORMA CONTRO DIMISSIONI IN BIANCO: Nella riforma del mercato del lavoro c’é la norma contro le dimissioni in bianco, strumento spesso utilizzato a discapito delle lavoratrici.

– AMMORTIZZATORI: Il nuovo sistema andrà a regime nel 2017, ma se il nuovo sussidio di disoccupazione (l’Aspi) entrerà in vigore da subito, l’indennità di mobilità (che vale oggi per i licenziamenti collettivi e può durare fino a 48 mesi per gli over 50 del Sud) sarà eliminata definitivamente solo nel 2017. Per il nuovo sistema sono previste risorse aggiuntive per 1,7-1,8 miliardi.

– ASPI: l’assicurazione sociale per l’impiego sarà universale, sostituirà l’attuale indennità di disoccupazione. Durerà 12 mesi (18 per gli over 55) e dovrebbe valere il 75% della retribuzione lorda fino a 1.150 euro, e il 25% per la quota superiore a questa cifra, con un tetto di 1.119 euro lordi per il sussidio. Si riduce dopo i primi sei mesi. Sarà quindi più alta dell’indennità attuale che al suo massimo raggiunge il 60% della retribuzione lorda (e dura 8 mesi, 12 per gli over 50).

– CASSA INTEGRAZIONE: si mantiene per la cassa ordinaria e la straordinaria con i contributi attuali, ma viene esclusa la causale di chiusura dell’attività (resta possibile solo quando é previsto il rientro in azienda)

– FONDO SOLIDARIETA’ PER LAVORATORI ANZIANI: sarà pagato dalle aziende e dovrebbe fornire un sussidio al lavoratori anziani che dovessero perdere il lavoro a pochi anni dalla pensione. Sarà su base assicurativa. E’ stato chiesto dai sindacati per fronteggiare l’eliminazione della mobilità

– ARTICOLO 18: Il Governo ha annunciato la diversificazione delle tutele sui licenziamenti con il reintegro nel posto di lavoro nel caso di licenziamenti discriminatori e il solo indennizzo (fino a 27 mensilità di retribuzione) nei licenziamenti per motivi economici (giustificato motivo oggettivo) considerati dal giudice illegittimi. Nel caso di licenziamento cosiddetto disciplinare (giusta causa o giustificato motivo soggettivo) considerato dal giudice ingiustificato sarà possibile per il magistrato decidere tra il reintegro e l’indennizzo economico con il pagamento al lavoratore ingiustamente licenziato tra le 15 e le 27 mensilità.

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