Mediazione civile. Chiacchiere che stanno danneggiando gli incivili

Parla il presidente dell’ANPAR Pecoraro

Secondo Pecoraro, presidente dell’Associazione Nazionale per
l’Arbitrato & la Conciliazione (A.N.P.A.R.) fa bene il ministro
Angelino Alfano, a non considerare le istanze di sparute minoranze di
"caste" all’interno di "caste", che chiedono di incontrarlo per
indurlo a cambiare alcune regole in materia di mediazione civile. La
promessa del Parlamento e del Governo fatta all’Unione Europea di
deflettere il carico pendente di circa sei milioni di giudizi un
obbligo, al quale non pu venir meno nessuna persona onesta. Dice
bene, anche il capo dell’ufficio legislativo del Ministero della
Giustizia – Dott.ssa Iannini, nell’affermare che "al nuovo istituto
giuridico si voluta attribuire, s una funzione deflattiva ma,
anche farne espressione di una scelta culturale: superare le
contrapposizioni offrendo alle parti la possibilit di trovare il
modo pi appropriato per risolvere una controversia, sulla base dei
loro interessi pi che dell’affermazione dei loro diritti.
L’obiettivo riuscire a risolvere con questo strumento le cause, ma
anche, dare un nuovo mercato alle professioni".

Pochi , altro che abolizione, – continua Pecoraro chiamato ad
esprimere un suo parere in merito – sono i diritti disponibili
tutelabili con l’esperimento obbligatorio del tentativo di mediazione
in materia civile e commerciale, a mio avviso tutte le controversie
dovrebbero passare per l’obbligatoriet, causa di improcedibilit al
giudizio ordinario, cos come avviene nelle controversie civile e
commerciali transfrontaliere.

Non bastano – afferma Pecoraro- gli inviti alla prudenza, anche da
parte del presidente del C.N.F., Avv. Guido Alpa – persona di alta
capacit morale e professionale – che invita gli iscritti a "non
boicottare la legge perch non si dica che il sistema fallito per
colpa dell’avvocatura".

Anche Pecoraro d’accordo con il presidente del C.N.F.
sull’utilit di non far gravare il peso economico delle mediazioni
richieste da soggetti che in sede di processo sarebbero ammessi al
patrocinio a spese dello stato, sugli organismi di conciliazione
(n.d.r. questi ultimi hanno solo oneri e non risorse) e che i
mediatori designati dagli organismi di conciliazione dovranno avere
solide basi di conoscenza del diritto sostanziale per la facile
risoluzione della controversia.

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