Piacenza Night Punti di vista differenti, dal 1999
Anche Pierluigi Bersani perplesso: "Io penso che un’antica tradizione come il crocifisso non può essere offensiva per nessuno". Intanto l’Italia annuncia un ricorso contro la sentenza di Strasburgo
La presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche costituisce una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e una violazione alla libertà di religione degli alunni. Lo ha stabilito la Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, accogliendo il ricorso presentato da una cittadina italiana di origini finlandesi.
E mentre il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha annunciato che "il governo ha presentato ricorso contro la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo", anche a Piacenza si levano cori di protesta.
Il primo ad intervenire è stato il vice Presidente della Provincia di Piacenza, Maurizio Parma (Lega Nord), che ha dichiarato: "Si tratta di una sentenza inaccettabile con cui l’ Europa discrimina a manca di rispetto innanzitutto a se stessa". "Si vuole imporre, ha precisato il segretario provinciale della Lega Nord di Piacenza, "un modello di società a tavolino senza identità e senza valori. A casa nostra nessuno può imporci regole che sono contro la nostra storia e la nostra cultura, nemmeno quegli organismi europei che dimostrano di essere sempre più distanti dal credo e dalla volontà dei nostri popoli".
E anche il neo-leader del Pd Pierluigi Bersani esprime dubbi sulla decisione della Corte di Strasburgo: "Io penso che un’antica tradizione come il crocifisso non può essere offensiva per nessuno," ha detto il segretario dei democratici.
Duro, invece, è stato il commento di Adel Smith, presidente dell’Unione musulmani d’Italia: "I sostenitori del crocefisso in aula dovevano aspettarselo: in uno Stato che si definisce laico non si possono opprimere tutte le altre confessioni esibendo un simbolo di una determinata confessione".
