”Ci vediamo domani, sempre se ci saremo ancora”

A proposito del nuovo programma di Daniele Luttazzi e delle vittime della censura

L’altro giorno ripensavo al "Secondo tragico Fantozzi", e più
precisamente alla scena in cui Villaggio, stanco dell’ennesimo
cineforum a cui lo costringe il sadico direttore, bolla uno dei
capolavori di Eijszenstein con un epiteto ormai entrato nella storia e
nel linguaggio comune.

In fondo, è la riedizione aggiornata e completa della fiaba del Re
nudo: c’è una verità che nessuno osa dire, eppure sta lì, a
troneggiare con tutta la sua imponenza, in attesa di qualcuno che la
proclami.

Perché ripensavo a ciò? Perché per la prima volta ho visto il "nuovo"
(nel senso strettissimo di "più recente") programma di Daniele
Luttazzi. Lui ci tiene a ribadire di essere stato a suo tempo
oscurato, e forse teme che qualcuno in Italia o nell’universo ancora
non lo sappia, e sa benissimo che lo status di censurato è
importantissimo per un comico di "impegno civile"; mica come l’ex suo
amico Fabio Fazio, che quando c’era al governo il berlusca tutte le
volte chiudeva la sua trasmissioncina dicendo sempre: "Ci vediamo
domani, sempre se ci saremo ancora…" e poi invece non se lo filava
nessuno, e il Berlusca aveva ben altri grattacapi cui pensare che
quello di segare lui. No, Luttazzi è stato censurato sul serio e lui
giustamente se ne fregia (e io personalmente me ne frego), e dal suo
punto di vista ha ragione. Solo che poi, oltre a rivendicare
l’ingiustizia subita, da uno che addirittura fu definito come
l’ennesimo" Woody Allen italiano" quando muoveva i primi passi
televisivi al Maurizio Costanzo Show ( tanto per cambiare…) sarebbe
lecito attendersi qualcosina di più, che non i reiterati peana
antiberlusconiani, che lo fanno sembrare originale quanto Marco
Travaglio.

Oltre ai suddetti peana, nel suo programma sono sfilate battute del
tipo: se quando mangio cibo cago merda, perché se mangio merda non
cago cibo?

Poi sono seguite scenette stile bagaglino, con la geniale variante che
gli attori anziché seguire gli stilemi classici del repertorio (come
infermiere, cicciona, bonazza seminuda ecc) erano vestiti da soldato
dell’Onu o da mendicante stile banlieu. A seguire, sono seguite due
tette. Belle, eh, su questo non si discute; proprio ben fatte, tanto
che un po’ mi hanno svegliato l’attenzione, facendomi credere di
trovarmi su una retaccia locale anziché sulla colta e sofisticata la
Sette. Però erano inquadrate solo loro, nemmeno la testa della
titolare, e monologavano tra loro, dicendo senz’altro cose argute e
tanto ma tanto raffinate…un po’ come quel vecchio adagio che diceva:
"se fai avanguardia non dimenticarti di metterci una donna nuda", nel
senso che se no gli spettatori col cavolo, che ci andavano…

Insomma, posso dirlo?…davvero?…davvero?!?!

Luttazzi, sei nudo!!!

Potrebbe interessarti

arte e sostenibilità Arte Laguna Prize sostenibile

Arte e sostenibilità. Un approccio olistico catalizzatore di cambiamento

L’intersezione tra arte e sostenibilità rappresenta un campo fertile di esplorazione e innovazione, dove gli …