C’è puzza di marcio

Caso Telecom e attacco al Santo Padre: le strane reazioni di Romano Prodi

Caso Telecom: di fronte al colossale scandalo Telecom, Romano Prodi, con la sua solita faccia che sforna nelle situazioni più imbarazzanti, quella finto-impegnata-sofferta, non ha potuto protrarre oltre il suo comportamento da pesce in barile e ha dato la sua cristallina versione dei fatti. E, cioè, ha affermato: “Io non ne so niente. Niente.”
Ora, i casi sono due: o mente oppure dice la verità. Se mente, significa che è un bugiardo e che in questo brutto affare c’è dentro sino al collo; se dice la verità, significa che al governo abbiamo un deficiente (dal latino “deficere”) che non sa nemmeno cosa fanno i suoi segretari, i quali si permettono di fare proposte di scorporo ed acquisto alla compagnia telefonica nazionale senza avvisare il capo. Insomma, da qualsiasi parte la si giri, la faccenda Telecom puzza abbondantemente di marcio.
Caso Papa Benedetto XVI: di fronte ad una totale e vergognosa manipolazione della verità, il Santo Padre è stato accusato dal mondo musulmano di essere un crociato e di diffamare l’Islam. Da qual giorno registriamo la minaccia di Al-Qaida contro Roma e contro San Pietro, l’effigie del Santo Padre bruciata a Bassora in Iraq, le vignette che ritraggono Papa Ratzinger in veste di Dracula, la folla dei credenti musulmani che invade le piazze e le strade in Turchia, in Egitto, in Pakistan, in Marocco e in tanti altri paesi mediorientali. Addirittura, il New York Time, che in più occasioni ha alimentato il fuoco dell’odio tra americani e mondo arabo, ha criticato le parole di Ratzinger.
E Romano Prodi? Il “nostro” premier non se ne è accorto o, se se ne è accorto, non gli ha dato troppa importanza. Anche tutto il centrosinistra, compresa la Margherita, non è sembrata preoccupata per la sorte del Santo Padre. Tanto che, nei giorni scorsi, l’assemblea del Senato ha bocciato per un voto (153 contro 152) la proposta di mettere all’ordine del giorno la discussione sulla mozione di solidarietà a Papa Benedetto XVI.
Non solo: di fronte alla grandissima preoccupazione della comunità cristiana internazionale per il prossimo viaggio del Pontefice in Turchia, Prodi ha risposto: “Non so nulla di possibili rischi per la sicurezza del Papa in Turchia: vedranno le sue guardie, non so assolutamente niente. Ma cosa vuole che sappia io della sicurezza del Papa in Turchia? Non lo so, non so quale sia la fonte del Vaticano, non so assolutamente niente su questo. Perchè dovrei rispondere alla domanda?”
Ecco, appunto. Anche in questo caso, l’odore di marcio è forte e nauseabondo. E non se ne può più!

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